Barricata ultracattolica a Brescia, bloccata la mostra dell’artista Pi Cro

“Tsunami” sui social e critiche: "Oscenità". Ma l'artista replica: "Ho creato queste opere usando oggetti devozionali nel rispetto della fede cristiana che mi contraddistingue"

Una delle opere della mostra di Pi.Cro

Una delle opere della mostra di Pi.Cro

Era tutto pronto: il vernissage, la serata di incontro con l’autore, l’evento di chiusura. Poi, come un fulmine a ciel sereno, due giorni fa è arrivato il dietrofront: la mostra “Authorized Blasphemia“ di Pi Cro, artista bresciano classe 1981, che sarebbe dovuta essere ospitata in sala Centro di via Moretto dall’11 al 18 febbraio, non si può fare, almeno non ora. "Avevo proposto il progetto a novembre 2022 ed era stato accettato – spiega l’artista – tanto che ho creato un team di collaborazione artistica e tecnica per la sponsorizzazione mediatica dell’evento".

Tempo, denaro e vita, insomma, investiti, in un lavoro che, a 10 giorni dall’inaugurazione, è stato cancellato perché, secondo quanto comunicato all’artista, non sarebbe stato opportuno farlo coincidere con l’imminente fine della campagna elettorale. Probabilmente il timore era che si sollevasse un polverone, visto che sul web erano iniziati a circolare dei video, realizzati in ambienti ultracattolici, che attaccano la mostra (mettendoci arbitrariamente in mezzo anche politica e Comune, che nulla c’entra con la proposta né con l’organizzazione) definendola un’"oscenità" e parlando di una città che "vive al modo di Satana". I video, che hanno fatto diverse migliaia di visualizzazioni, devono aver destato qualche preoccupazione, visto che al diretto interessato è stato comunicato di punto in bianco che la mostra sarà rimandata (gli sarà comunque riconosciuto un risarcimento).

"I video sono aberranti e diffamatori, parlano di me senza nemmeno avermi incontrato e senza conoscere la mia storia e il mio progetto artistico. Io sono un credente con la C maiuscola – spiega Pi Cro, che a Dello, dove vive, fa parte di un gruppo di assistenza parrocchiale –. Ho creato queste opere tra luglio e novembre scorso, usando oggetti devozionali di varia natura, sempre nel rispetto della fede cristiana che mi contraddistingue". Le opere, di fatto, sono lodi mascherate da blasfemia, come avrebbe voluto spiegare l’autore nel corso della mostra. "So che è un progetto forte, ma c’è una spiegazione per ogni blasfemia che ho creato – racconta -. Siamo sconvolti dall’efferata censura a cui ci hanno sottoposto, ma io e il mio team non ci arrendiamo: ci tengo che il pensiero contemporaneo sulla fede sia vissuto e, per farlo, l’arte è fondamentale".