FEDERICA PACELLA
Cronaca

Attività a impatto ambientale. Chiari e Orzinuovi sotto stress: "Ma serve un piano d’area"

La mappatura di Fondazione Cogeme nel progetto “Pianura sostenibile“

La mappatura di Fondazione Cogeme nel progetto “Pianura sostenibile“

La mappatura di Fondazione Cogeme nel progetto “Pianura sostenibile“

Attività a impatto ambientale, Chiari e Orzinuovi sono i comuni della pianura bresciana più “sotto stress“, ma gli impatti non restano confinati nei limiti amministrativi: per questo serve una visione d’insieme nella pianificazione. A dirlo è lo studio “Mappatura delle autorizzazioni ambientali edizione 2025“ di Fondazione Cogeme, presentato a Roncadelle e realizzato nell’ambito del progetto Pianura sostenibile, un laboratorio territoriale avviato nel 2008 dalla Fondazione e che mette in sinergia tecnica e politica, grazie a una collaborazione sistematica con il DicaTam dell’Università degli studi di Brescia, le Società del gruppo Cogeme (tra cui Acque Bresciane Sb) e il mondo delle istituzioni nelle varie declinazioni ed enti.

Lo studio, in particolare, è andato a mappare le attività con Valutazioni integrate ambientali (Aia) e Valutazioni uniche ambientali (Aua) rilasciate nei Comuni bresciani. In sintesi, il territorio di Pianura sostenibile ospita 312 attività economiche per le quali sono attive autorizzazioni ambientali: 242 Aua e 70 Aia. Le aziende dei settori agricolo e zootecnico, manifatturiero e del commercio all’ingrosso e al dettaglio sono quelle maggiormente rappresentate, che originano impatti significativi sull’ambiente e per le quali è necessario disporre di un’autorizzazione ambientale. Dall’analisi emerge chiaramente che le aree centro-settentrionali del territorio sono quelle soggette a pressioni ambientali più elevate. Tra i Comuni con punteggi più elevati vi sono ovviamente quelli che ospitano il maggior numero di attività (e anche più popolosi), ovvero Chiari ed Orzinuovi. Al contrario, il territorio del Comune di Villachiara, avendo soltanto un’attività con autorizzazione attiva, è quello in assoluto con meno pressioni sulle matrici ambientali.

Tuttavia l’incremento dell’impatto ambientale nei singoli Comuni non è determinato unicamente dalla presenza quantitativa di attività antropiche impattanti. Infatti gli impatti ambientali non restano confinati al limite amministrativo, motivo per il quale è opportuno avere una visione d’insieme, d’area vasta e, se possibile, sistemica dello stato di fatto per indirizzare le scelta future. "Fornire strumenti informativi per le amministrazioni comunali di riferimento è da sempre la nostra mission – sottolinea Elvio Bertoletti, consigliere delegato di Fondazione Cogeme – in questo modo possiamo contribuire ad una migliore pianificazione del territorio. Ruolo che spetta agli enti preposti, in primis le amministrazioni comunali".

Federica Pacella