FEDERICA PACELLA
Cronaca

Astrazeneca, dosì sì ma vaccinandi no

Il dottor Angelo Rossi: "Rischiamo di arrivare a un paradosso tragico forse avremo problemi"

di Federica Pacella

"Rischiamo di arrivare al paradosso tragico di avere vaccini, hub, sistema informatico efficiente, ma di non aver vaccinandi". Mentre è ormai agli sgoccioli la vaccinazione degli over-80 (prima dose, per chi ha aderito), Angelo Rossi, medico di famiglia a Leno e segretario provinciale della Federazione dei medici di medicina generale, non nasconde la sua preoccupazione campagna vaccinale massiva che partirà domani, per le possibili defezioni dopo il ‘caos’ su Astrazeneca tra i 70enni. Qualche effetto lo si è già visto: la Regione ha dovuto anticipare le prenotazioni della fascia tra i 70 ed i 74 anni, a fronte del non brillante andamento tra i 75-79 anni. "Purtroppo gode di cattiva stampa, né hanno aiutato i balbettii sulla popolazione target – spiega – eppure, da un punto di vista scientifico, dà più trombosi la pillola anticoncezionale. Credo che avremo qualche problema di gestione negli hub". L’indicazione arrivata dalla direzione generale del Welfare della Lombardia è che per gli over-60 sia usato in prima battuta Vaxzevria (nuovo nome di Astrazeneca), a meno che non rientrino tra i superfragili o nella legge 104. Chi dovesse rifiutare, passa in coda, ovvero dovrà aspettare settembre o ottobre. "Temo molte defezioni e discussioni", spiega Rossi. Il cambio in corsa sul target di Vaxzevria rischia inoltre di generare un altro problema. Per gli under 60 (per ora caregiver) si raccomanda l’uso di Moderna e Pfizer, come per i superfragili. "Vedremo come andrà con Johnson&Johnson, ma allo stato attuale si apre il tema delle dosi – sottolinea Rossi – perché il grosso investimento di acquisto è stato fatto su Vaxzevria. Inoltre, c’è il paradosso di dover usare i vaccini meno maneggevoli per una popolazione che potremmo vaccinare capillarmente, non negli hub. Non da ultimo, non mi sembra equo usare lo stesso vaccino per un caregiver giovane e per un fragile, lasciando all’anziano quello che dà più effetti collaterali, visto che Vaxzevria è comunque un vaccino a vettore virale". I medici di medicina generale (il 66% dei bresciani fa il vaccinatore negli hub) sono pronti a fare la loro parte per dare le corrette informazioni, tenendo conto che l’obiettivo è sconfiggere il virus.