Arrampicata fatale Collezionista di 4mila centrata dal fulmine È l’ultimo saluto

Brescia, tradita dal maltempo sul monte di casa in una delle ascese più facili

di Beatrice Raspa

ZONE (Brescia)

Sul suo profilo Facebook Evelina Tomasoni postava orgogliosa una dopo l’altra fotografie di imprese in montagna conquistate con successo. Bernina. Presolana. Dent D’Herens. Monviso. Grignetta. Val Di Scalve. "Sempre in cima", la esortavano i compagni di ascese e gli amici complimentandosi per i suoi ennesimi ‘quattromila’ raggiunti. L’ultima cima scalata, il domestico monte Guglielmo, nulla di impegnativo per una alpinista esperta come lei, l’ha tradita nel modo più impensabile.

Dal ‘Golem’, come lo chiamano i bresciani, Evelina è scesa in fin di vita. È stata centrata da un fulmine caduto all’improvviso durante un temporale inatteso, che le ha fermato il cuore e non le ha lasciato scampo. L’incidente è accaduto poco dopo le 15 di una domenica iniziata all’insegna del sole e del caldo, ma che è virata in un pomeriggio di maltempo. Cinquantatré anni, originaria di Offlaga ma di casa a Manerbio, un figlio di 27 anni, Evelina nel finesettimana si era organizzata come faceva sempre con il compagno e altri appassionati di cime per una passeggiata nella natura. A quanto si è appreso il gruppo dopo pranzo si trovava sul versante bresciano del monte tra Zone e Pisogne, sopra il Sebino, e aveva raggiunto la località Caravina, a quota 1800 metri, quando le nubi, sempre più scure e basse, hanno scaricato un furioso acquazzone, e più in alto una violenta grandinata.

La donna e gli altri escursionisti hanno cercato di tornare velocemente a valle ma lungo la strada, mentre il gruppo cercava un riparo, un fulmine potente è caduto proprio su di lei. Le è entrato da una spalla e le è uscito da un piede, folgorandola. Il compagno e gli amici hanno subito dato l’allarme. La malcapitata è stata soccorsa dall’elicottero di Sondrio. Era esanime, con un vasto ematoma cardiaco provocato dalla scarica elettrica. Evelina è stata intubata in quota dai sanitari e poi condotta nella Rianimazione dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I medici nella serata di domenica non ravvisavano più alcuna attività cerebrale. Lei è sopravvissuta ancora qualche ora, attaccata ai macchinari. Poi ieri, intorno alle 14, la notizia ufficiale della morte.