BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, amministratore infedele rubava a disabili e anziani: arrestato commercialista

Dopo un sequestro preventivo di oltre due milioni e duecentomila euro, il professionista stava cercando di occultare le prove in vari modi

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di finanza

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di finanza

Brescia – Era finito sotto indagine e nei suoi confronti nemmeno un mese fa era scattato un sequestro preventivo d’urgenza per oltre due milioni e duecentomila euro. Ora è in carcere con l’accusa di peculato, rifiuto di atti d’ufficio, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.

Protagonista, Maurizio Nostro, sessantaduenne commercialista e ragioniere con studio a Brescia al quale ieri mattina all’alba la Guardia di finanza ha notificato la misura cautelare in cella. Stando alla prospettazione accusatoria il professionista nel giro di una decina di anni si sarebbe appropriato di un bel gruzzolo, appunto oltre due milioni di euro, incamerandoli dalle proprietà delle persone fragili che curava in qualità di amministratore di sostegno - anziani e disabili - oppure sottraendoli alle curatele fallimentari o dai beni in custodia giudiziaria di cui era incaricato.

L’indagine, condotta dai pm Marzia Aliatis e Donato Greco ed eseguita dai militari della compagnia di Desenzano, aveva preso le mosse dalle denunce di alcuni parenti ed eredi dei soggetti amministrati dal professionista, all’occorrenza anche curatore fallimentare e custode giudiziario su indicazione del tribunale. Le segnalazioni facevano riferimento a presunti ammanchi sospetti e irregolarità dopo la morte dei familiari. Gli accertamenti avrebbero permesso di appurare che l’indagato - ora chiamato a difendersi dalle contestazioni, che dovranno ovviamente essere provate - tra il 2015 e il 2024 avrebbe ripetutamente fatto prelievi, emesso assegni, disposto bonifici, smobilitato fondi a proprio beneficio depositando poi rendicontazioni false all’autorità giudiziaria.

Sono una decina le parti offese individuate finora, ma chi indaga non esclude che possano essere molte di più, così come potrebbe lievitare l’entità dell’ammanco contestato. Per mettere al sicuro il capitale, stando alla Procura e alla Finanza frutto di distrazioni, si era proceduto con un sequestro preventivo d’urgenza. I finanzieri avevano apposto i sigilli a un paio di abitazioni con box, a un’auto, a una barca e a una moto. Ora è scattata anche la misura cautelare personale: dopo il sequestro, infatti, le Fiamme gialle hanno scoperto il presunto tentativo da parte dell’indagato di occultare le prove in vari modi. Per esempio, fanno sapere gli investigatori, iscrivendo un’imbarcazione di pregio presso il registro nautico polacco e ormeggiando la barca in Croazia.

Nelle prossime ore il professionista, assistito dall’avvocato Vanni Barzellotti, comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia e potrà dare la sua versione dei fatti. L’indagine intanto continua, anche sul fronte delle segnalazioni per operazioni finanziarie sospette.