
di Beatrice Raspa
Lo scorso marzo i sigilli erano scattati per il Cantiere Fratus, ieri invece il sequestro è toccato ai ‘vicini di casa’, le ex Fonderie del Quintano. E adesso gli indagati sono nove. Colpo di scena nella vicenda dell’amianto mai rimosso dai capannoni abbandonati nella frazione Quintano di Castelli Calepio, al confine con Palazzolo sull’Oglio. Una vicenda che da anni fa salire sulle barricate i cittadini confinanti, che in caso di vento o maltempo si ritrovano pezzi di eternit sbriciolato nei giardini delle case. Ieri i carabinieri di Grumello e i colleghi del Noe, su indicazione della Procura di Brescia, nella persona del pm Antonio Bassolino, sono tornati in zona, questa volta per dare corso al sequestro probatorio della ex fonderia. Un gigante fallito nel 1996 che si estende su un’area di un chilometro quadrato, avvelenato non solo dall’amianto, ma pure da metalli pesanti, in particolare da piombo e zinco. E già al centro di un controverso progetto di realizzazione di un centro commerciale.
Dunque raddoppia l’inchiesta ‘Amianto volante’, quella appunto relativa al Cantiere Fratus nella quale risultano indagati, tra gli altri, i palazzolesi Patrizia e Luigi Fratus – titolari dell’omonima azienda in via Moroni, in liquidazione - l’attuale sindaco di Castelli Calepio, Giovanni Benini, con il precedente, Flavio Bizzoni, la responsabile del settore Ambiente Lucia Andriola, tutti nei guai a vario titolo per concorso in omessa bonifica, disastro ambientale e rifiuto d’atti d’ufficio. Il medesimo procedimento ha generato un secondo filone, ‘Terre di fonderia’, che per ora ha fatto finire sotto indagine il proprietario della grande area, Battista Eliseo Zerbini, attuale presidente dell’Immobiliare 2Z (ex Zerbimark e Zerbini B&G). Disastro ambientale e omessa bonifica sono i reati ipotizzati anche in questo caso. Ma non è tutto. Inquirenti e investigatori ieri hanno perquisito uffici e abitazioni di esponenti della giunta e di funzionari comunali e sequestrato computer, tablet e smartphone. L’eternit ‘volante’ preoccupa i cittadini almeno dal 2013, ma a dispetto di esposti e due ordinanze comunali che imponevano la bonifica – l’ultima del 2019 – tutto si è sempre risolto in un nulla di fatto.