Alluvione in Val Camonica, Niardo prova a rialzarsi: "Riconoscete la calamità"

I danni sono ingenti: oltre 120 milioni, nessuna risposta su iter per l’emergenza e aiuti straordinari. Volontari rinunciano alle fiere per dare una mano

A Niardo si scava per ripulire il paese dalle colate di fango e detriti

A Niardo si scava per ripulire il paese dalle colate di fango e detriti

Niardo (Brescia) -  Nonostante le richieste avanzate dall’Amministrazione Comunale e dalla Regione Lombardia e nonostante gli appelli fatti sia dal Comune sia dalle persone alluvionate e che hanno perso casa, a Niardo non è ancora stato riconosciuto lo status di Calamità Naturale. I danni sono quantificabili in oltre 120milioni di euro e c’è chi non ha più nulla. Eppure la notizia non è ancora arrivata, probabilmente in attesa della visita di una apposita commissione governativa che è prevista ma non è ancora stata fissata. Si spera in tempi brevi.

Nel frattempo in paese si lavora sodo e, nonostante il passaggio della bufera e delle colate detritiche scese dai torrenti Cobello e Re, il paese tenta di rinascere. Il suo segreto sono gli abitanti: camuni con la valle nel cuore, che sin da poche ore dopo il fatto hanno iniziato a lavorare per riportare la situazione alla normalità. I tempi previsti, specie per rientrare nelle case distrutte sono lunghissimi: non meno di un anno. Ma sono arrivati aiuto, solidarietà e lavoro. Ora tocca allo Stato. I primi a entrare in azione sono stati i vigili del fuoco volontari di Breno subito raggiunti dai colleghi di Darfo e dei distaccamenti del territorio e poi da quelli di tutta Brescia e della Lombardia, la Protezione Civile e tanti volontari civici, arrivati persino in bicicletta. "Stanno procedendo con la pulizia degli alvei e briglie idrauliche. Una parte della frazione è ancora senza metano e l’acqua non è ancora potabile – spiega il consigliere comunale e volontario di protezione civile Ivan Markus - Si confida per i primi di settembre di risolvere entrambi. Rimangono da liberare gli scarichi fognari. È un’operazione indispensabile per ragioni igieniche e per evitare allagamenti a scantinati e garage. Dovremmo riuscirci entro la prossima settimana. Abbiamo ancora degli sfollati con le loro abitazioni in fase di verifica".

I volontari continuano a presentarsi. "Vengono inviati su alcuni interventi mirati con la protezione civile – sottolinea –. Tanto è stato fatto. Il morale è alto ma messo alla prova ogni volta che piove". A raccontare è Paolo Chiarini, uno dei volontari civici, arrivato dalla Bassa bresciana. "Dal vivo lo scenario è sconvolgente ed angosciante – dice - Abbiamo conosciuto Marco, che ha perso attività, magazzino, auto, casa propria e quella della madre. Insieme a Nicolò di Lonato, che ha usato le sue ferie per portare un aiuto, abbiamo svuotato un sottoscala: non avete idea di quanto fango e detriti possano accumularsi in un attimo. Se qualcuno volesse spendere un pochino del proprio tempo per usare un badile ed una carriola si potrebbe ripulire prima". Intanto mercoledì 24 agosto alle 19.54 in paese il campanone suonerà per ricordare una analoga alluvione, meno intensa, che 35 anni fa uccise i coniugi Antonietta e Giovanni Pandocchi". Alle 20 si svolgerà la messa in Parrocchia.