FEDERICA PACELLA
Cronaca

Acqua da record. In Lombardia consumati 1,4 miliardi di metri cubi solo per uso potabile

È la prima regione con il 15,6% del totale nazionale e terza per prelievi autorizzati pro capite (262 litri). Brescia, Pavia e Milano le province che ne sfruttano di più.

Acqua da record. In Lombardia consumati 1,4 miliardi di metri cubi solo per uso potabile
Acqua da record. In Lombardia consumati 1,4 miliardi di metri cubi solo per uso potabile

Oltre 1,4 miliardi di metri cubi all’anno: la Lombardia è al primo posto in Italia per prelievo di volume di acqua per uso potabile. Con ben il 15,6% del totale nazionale, la regione fa da traino al Paese, che, a sua volta, detiene il record in Europa di consumi pro capite di acqua potabile e il secondo per consumi in agricoltura. Un paradosso, quello che emerge dallo Studio realizzato dall’Istituto Eurispes sullo stato delle acque in Italia, che è al terzo posto in Europa nella classifica con maggiori disponibilità idriche: come dire che più ce n’è, più si usa. A livello regionale, l’analisi dice che "i prelievi tendono ad essere legati tanto alla disponibilità della risorsa quanto alla percentuale di popolazione residente". Anche andando a guardare i dati relativi ai consumi individuali di acqua dal rubinetto, gli italiani si dimostrano la popolazione meno virtuosa a livello europeo con oltre 220 litri pro capite consumati giornalmente contro una media europea di 123 litri di acqua per abitante al giorno.

La Lombardia è al terzo posto in Italia per acqua erogata per usi autorizzati a livello pro capite, con 262 litri (al primo posto la Val d’Aosta, al secondo il Trentino Alto Adige). Tra le province, lombarde, Brescia, Pavia e Milano sono quelle dove si rilevano più di 300 litri pro capite al giorno di acqua per usi autorizzati (Bergamo è a 256, Como a 279, Lecco a 226, Sondrio 232).

Guardando all’uso civile e domestico, in testa c’è sempre Milano con 265 lpro capite al giorno; Brescia si ferma a 179, Bergamo a 188, Lecco a 167, Como a 184, Sondrio a 166. Resta poi il tema delle perdite della rete: in Lombardia si parla di una media del 30% di acqua persa per lo stato del sistema infrastrutturale. A fronte dei cambiamenti climatici, che hanno portato a stagioni siccitose come quella del 2022, il monito dell’Eurispes è chiaro: "In assenza di investimenti che possano favorire la captazione, l’immagazzinamento, il trasporto, la distribuzione, la depurazione e il riuso delle acque si rischia di cronicizzare il problema rendendo la mancanza d’acqua una questione strutturale, come, tra l’altro, sta avvenendo in altre aree del pianeta". In questo quadro, è certamente positivo che il bilancio delle riserve idriche lombarde sia tornato col segno più, dopo mesi di gap costante rispetto alla media del 2006-2020. Il rapporto di Arpa del 3 ottobre evidenzia un +37,6% rispetto alla media del periodo, soprattutto per effetto dei laghi. Ancora in sofferenza le riserve del bacino del Brembo e dell’Orio dove, per la carenza di acqua negli invasi, si registra il -27,4% ed il -46% rispetto alla media. In calo invece la falda nel 90% dei punti di monitoraggio della rete di Arpa Lombardia. Quanto ai laghi, secondo l’osservatorio di Anbi, il Maggiore decresce di oltre mezzo metro in una settimana, a causa di portate erogate ben superiori alla media e dovute al persistente caldo; anche il Lario segna una decisa battuta di arresto (dal 70,6% al 62,4% di riempimento), mentre più contenuti sono i cali nei bacini del Benaco e del Sebino. In sofferenza anche i ghiacciai: in attesa dei bilanci di massa della stagione 2023, le misurazioni della commissione glaciologica Sat con il Servizio Glaciologico Lombardo hanno evidenziato come in una palina a quota 3000 metri sul ghiacciaio Adamello Mandrone abbia rilevato una fusione di circa 3,5 metri a fine agosto, calcolati dalla fine estate 2022.