Accoglienza in famiglia "Ma nei centri c’era posto"

Il monitoraggio di Action Aid e Openpolis sui dati del Viminale: è sconcertante. Dal 2018 al 2021 nelle strutture le disponibilità sono continuate a crescere

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L’accoglienza in famiglia ha permesso al sistema di reggere rispetto all’onda d’urto degli arrivi dall’Ucraina, che hanno visto numeri elevati arrivare in poco tempo, a cui sarebbe stato difficile dare risposta con i posti disponibili. Eppure, secondo il nuovo monitoraggio di Action Aid e openpolis ‘Centri d’Italia’ (fino al 31 dicembre 2021), il sistema di accoglienza non è al collasso, come viene spesso raccontato, in quanto ci sono numerosi posti liberi nei Cas e nei Sai: c’è, piuttosto, una gestione irrazionale e assenza di programmazione.

"Il dato fa parte di una serie storica sconcertante. Dal 2018 al 2021 i posti liberi nei centri erano il 20%, addirittura il 27% nel 2019 – commenta Cristiano Maugeri, Programme developer area migrazioni di ActionAid, tra i curatori del rapporto – . Cifre che confermano l’assenza di un’emergenza: il problema sta nella mancata programmazione e trasparenza". Per quanto riguarda la Lombardia, nel 2021 era libero il 14,3% dei posti Cas e Sai disponibili, percentuale più bassa della media nazionale. La maggiore differenza tra capienza e presenze si è registrata nel sistema Sai (31,3%), mentre nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) la percentuale si riduce all’8,8%. A livello provinciale, Brescia è passata dall’11% di posti non utilizzati del 2018 al 15,7% del 2021, Bergamo dal 19,1% al 15%. In tutti i casi, la maggiore quota di posti liberi si rileva nei Sai, segno che l’accoglienza continua ad essere trattata come emergenza e non in modo strutturale.

Il lavoro di ActionAid anticipa il report del Ministero dell’Interno e fornisce una chiara fotografia del sistema nel 2021: Comune per Comune, centro per centro, l’analisi dei dati forniti dallo stesso Viminale sono resi disponibili in formato aperto sulla piattaforma centriditalia.it. "La nostra fotografia arriva al 31 dicembre 2021, ma abbiamo fatto alcune verifiche a campione nel 2022 e abbiamo, di fatto, gli stessi risultati. Segnaliamo che a monte c’è un problema di trasparenza – sottolinea Maugeri – perché per avere questi dati abbiamo dovuto rivolgerci al Tar". Altro aspetto che emerge è il ridimensionamento dei posti disponibili: in Italia si è passati da 170mila posti nel 2018 a 97mila nel 2021; in Lombardia da 21.239 posti (18.798 Cas, 2441 Sai) a 11.515 del 2021 (8690 Cas, 2825 Sai). "Vengono ridotti soprattutto i Cas più piccoli, a favore di quelli più grandi dove i servizi per favorire l’integrazione sono scarsi: una scelta non coerente con il sistema al collasso di cui ha parlato il Governo anche recentemente". Per la prima volta sono stati forniti dati anche sulle ispezioni su Cas e Cpa: in Lombardia, l’80% dei centri ha avuto solo un controllo. Federica Pacella