Yara, processo Bossetti riprende l'11 settembre. La difesa: "Almeno il trash non entra in aula"

Ammesse in aula le telecamere ma unicamente nel momento della lettura della sentenza. Questo affinché non sia turbata la regolarità del dibattimento che riguarda una vicenda "delicata" SCHEDA - FOTO - VIDEO di Gabriele Moroni

Nuova udienza del processo a carico di Massimo Bossetti (Olycom)

Nuova udienza del processo a carico di Massimo Bossetti (Olycom)

Milano, 17 luglio 2015 -  Seconda udienza del processo a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Questa mattina i giudici della corte d’assise di Bergamo hanno respinto tutte le sostanziali eccezioni preliminari sollevate dalla difesa di Massimo Bossetti. Ammesse invece le telecamere ma unicamente nel momento della lettura della sentenza. Questo affinché non sia turbata la regolarità del dibattimento che riguarda una vicenda "delicata" e l’audizione come testimoni dei familiari della giovane vittima. Dopo la lettura dell’ordinanza relativa alle eccezioni preliminari, prosegue con l’illustrazione delle prove che le parti chiedono siano ammesse al dibattimento. Il pm Letizia Ruggeri ha chiesto circa 120 testi mentre i difensori 711

L'ACCUSA - Il pm Ruggeri presa la parola ha chiesto, tra le altre cose, l'esame dell'imputato estratto dai tabulati dell'utenza telefonica di Yare del 26 novembre 2010, l'acquisizione dei tabulati integrali delle 100mila utenze interessate, i tabulati dell'utenza di Bossetti il 26 febbraio 2011, la documentazione contabile sequestrata a Bossetti, i due documenti di trasporto di materiale edile un mese dopo il ritrovamento del corpo di Yara in una zona che il pm ha definito "sensibile", la fattura dell'acquisto datata 31 dicembre 2010, il cellulare di Bossetti dove sono state rilevate "tracce interessanti" relative alla vicenda e nove schede di alloggiamento in un hotel di Stezzano relative al soggiorno della moglie Marinta Comiimportante per documentare come “la vita familiare di Bossetti era tutt’altro che idilliaca", ma anche la trasmissione di 12 conversazione in carcere di Bossetti con la moglie, il fratello e il cognato.

LA DIFESA - L’avvocato Paolo Camporini, uno dei due legali, ha dichiarato: "Riteniamo che sia importante ricostruire le abitudini, la vita di questa ragazzaina. L’intenzione della difesa è di mostrare che Yara era una ragazzina assolutamente igenua, immacolata. Yara era una bambina come le altre. A dirlo saranno le voci dei genitori degli amici. Vogliamo dimostrare che la ragazza e l’imputato non si conoscevano". Le testimonianze riguardano soprattutto i frequentatori della palestra, specie quelli presenti il giorno della scomparsa di Yara, le persone che videro la ragazzina uscire dalla palestra, i testi che videro Yara quel giorno a quell’ora, testi che confermeranno l’"albibi" di Bossetti, numerosi testi che lavoravano nella zona di Chignolo, testi che conoscevano l’imputato, consulenti, testi che parleranno della situazione famigliare di Bossetti. “Vorremmo suggerire ipotesi alternative - prosegue il legale con riferimento a persone e a furgoni. A qualcuno che forse era interessato a quella ragazzina in particolare". La difesa si è poi opposta alla testimonianza di Alma Azzolin, la donna di Trescore Balneario che ha dichiarato di avere visto Bossetti e Yara in un giorno dell’estate 2010 fermi mentre conversavano su un'auto grigia nel parcheggio del cimitero di Brembate Sopra.

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

IL FURGONE - La parola è poi passata all'altro difensore di Bossetti, l'avvocato Claudio Salvani: “Il punto principale ruota attorno alla figura di Mohamed Fikri", il manovale marocchino primo indagato dell’inchiesta e alla fine uscito completamente scagionato. "Al momento del fermo Fikri aveva un furgone, partito per il Marocco e venduto nel Veneto. Lo abbiamo rintacciato. Chiediamo che vega sequestrato per indagini biologiche e merceologiche come quelle eseguite sul furgone sequestrato a Bossetti". Il legale ha fornito anche la foto del furgone sia all’esterno che all’interno e una foto di Yara su un pulmino con i compagni di scuola. L'intento della difesa è chiaro: quello di dimostrare che le fibra trovate sul retro del giubbotto e dei leggins di Yara non provenivano dal furgone di Bossetti ma potevono appartenere a qualunque altro mezzo. Alla fine dell’udienza il legale ha dichiarato ai giornalisti: “Il furgone di Fikri ha il sedile uguale a quello di Bossetti". Il pm Ruggeri ha replicato all’istanza: “I disegni sono diversi".

L’avvocato ha presentato numerose richieste. Tra queste di acquisire l’elenco dei 31mila soci della discoteca Sabbie Mobili, nelle cui vicinanza del luogo in cui fu trovato il corpo di Yara, l’elenco dei nomi e delle patologie delle persone trovate nei pronto soccorsi di Lombardia, Liguria, Piemont ed Emilia Romagna il 26 e il 27 novembre 2010. E ancora, ha chiesto l’acquisizione del fascicolo inerente la morte di Sarbjit Kaur, 21enne indiana trovata cadavere nel fiume Serio a Cologno nel dicembre 2010, caso archiviato come suicidio.

LE PROVE - I giudici della corte d'assise di Bergamo, decidendo sulle prove chieste da accusa e difesa, hanno escluso la documentazione e le relative testimonianze riguardanti la vicenda del marocchino Mohamed Fikri, scagionato in relazione al delitto, e le 9 ricevute del motel nel quale si sarebbero incontrati Marita Comi, moglie dell'imputato Massimo Bossetti, e un suo presunto amante, fra le prove cheste dal pm. Secco il commento dell'avvocato Salvagna ha commentato: “Almeno la parte trash non è entrata in tribunale". Respinte anche le richieste del pm di acquisire l'elenco dei 31mila soci della discoteca Sabbie Mobili, il fascicolo sulla morte di Sarbjit Kaurdella. Respinta l’opposizione della difesa ad acquisire la di testimonianza di Alma Azzolin.

Il processo davanti alla corte d'Assise di Bergamo per l'omicidio di Yara Gambirasio ricomincerà il prossimo 11 settembre, con l'audizione dei primi testimoni. Tra questi i genitori di Yara, la figlia maggiore Keba e la zia Nicla. Nel frattempo i giudici hanno fissato un fitto calendario composto da una ventina di udienze da settembre alla fine di dicembre.

di Gabriele Moroni