
L’amicizia nata sulla pista da ballo è finita in tribunale
Bergamo, 18 giugno 2015 - Si erano conosciuti un mercoledì sera del 2010, all’interno della discoteca Amadeus di Urgnano, durante una serata dedicate al ballo liscio. Tra i due, 76 anni lui e 72 lei, entrambi pensionati e vedovi, i figli ormai grandi, era nata un’affettuosa amicizia, che è però sfociata in un’accusa nei confronti dell’uomo, finito a processo per violenza sessuale, sequestro di persona, minacce e stalking. Il dibattimento è arrivato alle battute finali: ieri il pm Gianluigi Dettori ha chiesto per il 76enne una condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione, mentre l’avvocato Marcella Micheletti, che rappresenta la donna, parte civile nel procedimento, ha invocato una provvisionale di 10mila euro. La sentenza del collegio giudicante, presieduto dal giudice Giovanni Petillo, è in programma il 24 giugno.
Secondo le contestazioni, una sera dell’agosto 2012, l’anziano avrebbe strappato i vestiti e allungato le mani sull’amica, contro il suo volere. Stando alla denuncia presentata dalla donna, quella sera i due giocano a carte in casa di lei. Poi lui cambia atteggiamento. Chiude la porta d’ingresso a chiave (da qui l’accusa di sequestro di persona) e chiede che la serata finisca in altro modo. «La sua faccia mi ha fatto paura, era quella di un mostro», è la versione fornita in aula dalla donna, secondo la quale era rimasta ostaggio dell’uomo fino alle 6 del mattino. Poi lui se ne va e lei chiama la sorella, alla quale racconta tutto. Quindi denuncia il pensionato. Il 76enne, però, non si arrende e inizia a telefonarle, ma lei non risponde. Lui insistite fino a ottobre (da qui l’imputazione di stalking). «Per me era solo un amico – ha sempre sostenuto la presunta vittima – Lo invitavo a casa perchè mi faceva pietà, era solo e non aveva amicizie».
Secondo la versione dell’imputato, invece, tra i due c’era un rapporto di amore e la sera dell’agosto 2012 avevano solo giocato a carte fino al mattino. La signora che emerge dal racconto dell’uomo sembra un’altra persona rispetto alla 72enne che lo ha denunciato sotto choc, il giorno dopo i fatti. La seconda volta che si vedono, sempre all’Amadeus , si accendono i bollori. «Andiamo sul mio furgoncino, nel parcheggio», dice lui. Che in aula racconta: «Mi sono detto: bisogna fare l’uomo. Le ho detto: facciamo sesso?» A detta dell’uomo nemmeno la donna disdegnava il sesso. Poi, però, il rapporto aveva iniziato ad incrinarsi. Di mezzo, tra l’altro, una lite per una crociera, allorchè la donna aveva preteso di prenotare due camere separate. Lui, invece, voleva stare in cabina con lei. La rottura definitiva era arrivata dopo quella sera di agosto.