Voci di paese e silenzi tratteggiano l’immagine di una cittadina spaventata. A Terno d’Isola, cittadina della Bergamasca con poco più di cinquemila abitanti, non sono molte le persone che escono la sera, pochissime le donne, nessuna da sola. È passato un mese dell’omicidio di Sharon Verzeni, la giovane donna uccisa a coltellate per strada nella notte tra il 29 e il 30 luglio mentre camminava non lontano da casa sua, ma sui cittadini incombe ancora una coltre di paura alimentata dal delitto irrisolto e da un assassino senza nome.
“È una tragedia per quella ragazza, ma anche per il Paese perché non si riesce a capire chi è. Se fosse un folle ancora in giro siamo tutti a rischio”, dice una signora che vive a Terno d’Isola da 27 anni. “Qui c’è sempre stato un giro di spacciatori, è una cittadina un po’ strana”, conclude. “Non mi sono mai sentita sicura in questo paese, dopo una certa ora è meglio starsene a casa”, afferma invece una donna che ha circa l’età di Sharon. “Io e le mie amiche da sole non usciamo più la sera”, le fa eco un’altra. “Mia figlia di 16 anni ha timore fuori casa, speriamo prendano l’omicida”, si augura un padre di famiglia.
C’è chi pensa che l’assassino sia del paese, chi ritiene che possa essere legato al cerchio di conoscenze di Sharon oppure alla criminalità della zona, come potrebbe indicare la testimonianza di un pizzaiolo che ha visto un 35enne la notte del delitto poi sparito dopo quella sera.
Ma c’è anche qualcuno convinto di teorie più suggestive: “Io penso che sia un serial killer, visto che non l’hanno ancora trovato – afferma un residente di Terno d’Isola – oppure qualche professionista che ha ammazzato perché c’era qualcosa di più grosso sotto. Non è un delitto casuale”. Qui ognuno si è costruito una sua teoria. “C’è molta delinquenza, forse Sharon ha visto per sbaglio qualcosa che non doveva vedere”, ipotizza una quarantenne che abita in centro. “A me non piace quella setta che l’aveva tirata dentro, Scientology”, sostiene un’anziana.