Covid, oltre gli incentivi: "Per i vaccini serve personale"

Il dottor Guido Marinoni (Ordine di Bergamo): medici disponibili, ma con un aiuto in studio

Il vaccino anti-Covid

Il vaccino anti-Covid

Bergamo, 11 gennaio 2021 -  «Ho fatto tante campagne vaccinali, se coinvolgono i medici di famiglia nelle vaccinazioni anti-Covid metteremo presto al sicuro gli ultra 65enni". È ottimista il dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo. D’altra parte qui, nella provincia più travolta dalla prima ondata, negli ultimi due giorni sono stati vaccinati a raffica medici di base, pediatri, personale di studio, Usca. L’adesione è stata del 95%, "e da parte di Ats c’è stato un segnale importante di attenzione a chi opera nel territorio, cosa che non abbiamo potuto dire in primavera". D

unque, i camici bianchi sono (quasi) protetti. Ora si tratta di proteggere gli altri. E serve personale. Il recente accordo con la Regione prevede un incentivo economico proprio per i medici di medicina generale al raggiungimento di un target: il 20% degli assistiti. La cifra si aggirerebbe sui 1.500 euro. "Ma non è nulla di nuovo – precisa Marinoni –, si applica il modello degli anti influenzali a quello degli anti-Covid".

I camici bianchi però pongono ben altri quesiti: il carico di lavoro già ai limiti; gli studi non adeguati; il personale di supporto. "Su questo tema la Regione ha stanziato delle risorse perché i medici possano aumentare le ore in studio dei loro infermieri, ma il problema è che le forze non bastano". Servono altri infermieri ("magari quelli di famiglia, su cui si è investito molto"), personale amministrativo. Senza contare che si potrebbero coinvolgere anche i volontari, come i medici in pensione. Quanto agli spazi, "potremo sfruttare il modello già sperimentato con l’anti-influenzale, somministrato in spazi messi a disposizione da Comuni, parrocchie...". Nonostante la carenza di vaccini, a Bergamo i Mmg hanno immunizzato contro l’influenza il 55% degli over65. Insomma, si può fare. Questa settimana saranno definiti i dettagli degli accordi con le aziende sanitarie locali, poi occorrerà attendere le dosi. Necessariamente quelle di Moderna, per le caratteristiche di conservazione. "È vero che le fiale ancora non ci sono ma arriveranno, è importante farci trovare pronti". Intanto ieri in Lombardia è salito il rapporto tra tamponi positivi (3.267) rispetto a quelli effettuati (25.011): il 13%, sabato era il 10%. La provincia con più nuovi casi è Milano (594), seguita da Varese (541) e Brescia (522).