Unico teste sarà il figlio dell’imputata

Entra in aula e trema. È agitata. Al figlio, seduto tre file dietro, fa cenno che ha paura. La rincuorano i suoi avvocati. Udienza veloce quella di ieri al processo per l’omicidio di Ernest Emperor Mohamed, 30 anni, nigeriano, morto dopo una coltellata al petto, sopra il cuore. Era il 25 novembre, teatro del delitto un appartamento di Morengo, nella Bassa. L’imputata, Sandra Fratus, 51 anni (i due convivevano) deve rispondere davanti alla Corte d’assise (presidente Giovanni Petillo, a latere il collega Stefano Storto) di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza. Quella di ieri è stata un’udienza di smistamento in cui la corte ha ammesso come parti civili la zia e il cugino della vittima (rappresentati dall’avvocato Andrea Sagner). Il pm, Emma Vittorio, ha rinunciato da parte sua ai testi, acquisendo in toto il fascicolo con tutta l’indagine. I difensori della Fratus, avvocati Vanessa Bonaiti e il collega Pietro Ferrari (che puntano sulla legittima difesa della loro assistita) hanno chiesto che alla prossima udienza venga ascoltato un solo teste, ma importante, il figlio dell’imputata. Importante perché la sera in cui è avvenuto il fatto, era presente e potrà far luce sul rapporto tra la madre e la vittima. La corte alla fine ha ammesso la richiesta. Un processo che prenderà al massimo un paio di udienze prima della sentenza. Un omicidio, sullo sfondo una storia tormentata tra i due, contrassegnata da situazioni borderline.

Francesco Donadoni