Un killer silenzioso. Lo smog fa una strage

Brescia, l’agenzia europea ha aggiornato i dati sulle morti premature. La causa principale dei decessi è ovunque riconducibile all’inquinamento.

Un killer silenzioso. Lo smog fa una strage

Un killer silenzioso. Lo smog fa una strage

L’inquinamento atmosferico resta il maggior rischio per la salute: nel 2021, se fossero state applicate le ultime indicazioni dell’OMS, in Lombardia si sarebbero potute evitare circa 25mila morti. A questa cifra si arriva sommando i decessi prematuri solo considerando l’esposizione a Pm2,5 e No2, secondo l’aggiornamento al 2021 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che ha pubblicato il report ‘Danni alla salute umana causati dall’inquinamento atmosferico in Europa: carico di malattia 2023’, con le info più aggiornate, secondo le stime per il 2021, sui danni alla salute dai 3 principali inquinanti: particolato fine, biossido di azoto e ozono. Le più dannose sono le Pm2,5, le polveri sottili, a cui sono attribuite circa 18mila morti premature, di cui 5173 nel Milanese, oltre 2200 nel Bresciano, circa 1700 nella provincia di Bergamo, 850 in quella di Como, 163 a Sondrio, poco più di 450 in quella di Lecco. Rispetto all’anno Covid, il dato è in leggero miglioramento, mentre peggiora sul 2019. Per quanto riguarda le morti premature attribuibili all’esposizione a No2 oltre i limiti indicati dall’Oms, si parla di oltre 7700 decessi, con Milano in testa, seguita da Brescia e Bergamo, a livello regionale, ed una situazione stabile rispetto al 2020. L’Agenzia europea per l’ambiente riconosce che sono stati fatti passi in avanti rispetto al passato, ma gli effetti sulla salute restano troppo elevati. Tra le malattie legate all’inquinamento atmosferico, il carico di malattia relativo all’esposizione al particolato fine (Pm2,5) è causato dalla cardiopatia ischemica, seguita da ictus, diabete mellito, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro al polmone e asma. Nel caso del biossido di azoto, il carico più elevato è dovuto a diabete mellito, seguito da ictus e asma. A livello europeo, l’Italia è il Paese con l’impatto peggiore. "Ci domandiamo - dice Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria - come si tolleri a livello nazionale che regioni ricche, con un reddito e una capacità di spesa unica in Europa, condizionino la negoziazione sulla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, con una volontà politica che, prefigurando di rinviare di oltre 15 anni il raggiungimento di veri risultati, rimuove il problema disprezzando la salute dei loro cittadini". Federica Pacella