
La salma di Manuela Guerini
Treviglio (Bergamo), 17 agosto 2021 - Un unico fendente alla schiena che ha raggiunto il cuore. Così è morta sabato sera Manuela Guerini, 43 anni, uccisa dalla figlia 15enne con cui viveva, al culmine di una lite scoppiata mentre le due stavano montando un elettrodomestico. Un matricidio inspiegabile, che ha scosso Treviglio lasciando increduli chi aveva conosciuto Manuela e la sua giovanissima figlia, studentessa alle superiori di Treviglio. “Manu”, ragazza madre, era impiegata nello studio di un commercialista trevigliese. Fin dalla nascita della figlia aveva deciso di crescerla da sola, con l’aiuto dei familiari. Le due vivevano in un’abitazione al civico 30 di via Bernardino Butinone, in centro, dove ci sono diversi appartamenti affacciati su un cortile interno: case semplici, ma inserite in una zona caratterizzata da un certo benessere, in un contesto non particolarmente problematico.
Le liti tra mamma e figlia, hanno riferito i vicini, erano sì frequenti e accese, come spesso capita nei rapporti tra genitori e figli adolescenti. Ma nulla di più di questo, fino a sabato sera: dopo cena l’adolescente aveva cominciato a montare un elettrodomestico recentemente acquistato. Un incarico che le aveva dato la mamma. E la discussione è nata proprio su come montare al meglio l’apparecchio. Una discussione salita via via di tono, sino al raptus della ragazzina, che afferra il coltello e colpisce la madre voltata di spalle. E subito dopo si rende conto di ciò che ha fatto e chiede aiuto al numero unico di emergenza: "Le ho fatto del male", ha detto all’operatore del 112. Una volta sul posto, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della donna e allertare i carabinieri, giunti sul posto alle 21,30 circa. Subito dopo l’omicidio la 15enne, assistita dall’avvocato Giulia Bolgiani di Brescia, avrebbe già reso informazioni sommarie ai carabinieri della Compagnia di Treviglio e al pm.
La Procura dei Minori di Brescia ha disposto che venisse portata in una struttura protetta, fuori provincia, attrezzata con il personale necessario alla gestione di casi come questo. La stessa Procura, una volta che avrà valutati tutti gli elementi a disposizione, compreso l’esito dell’autopsia in programma domani, deciderà quale misura adottare nei confronti della quindicenne. Intanto la città è attonita. Al cancello del cortile qualcuno ha appeso una rosa bianca. Qualcun altro, un piccolo fiore rosa in vaso, con una candela bianca e una scritta a penna su un foglio di carta: "Ciao Manù". Chi conosceva la donna non può credere a quanto accaduto. "Viveva per la sua bambina, e la sua bambina l’ha uccisa – racconta un amico d’infanzia di Manuela – Era una ragazza solare, luminosa. Non posso crederci". Sul posto, appresa la terribile notizia, sono accorsi il sindaco Juri Imeri e l’ assessore ai Servizi sociali, Pinuccia Prandina. "Una notizia che colpisce profondamente tutta la comunità – ha dichiarato il primo cittadino – Non ci sono commenti da fare, solo un rispettoso silenzio".