Treviglio, discarica di amianto: stop dal Consiglio di Stato

Accolto il ricorso del Comitato Tutela Ambiente: "Sentenza storica"

La battaglia del comitato

La battaglia del comitato

Treviglio (Bergamo), 22 maggio 2018 - Un primo punto a favore, dopo la delusioni patite nei mesi scorsi con il fondato timore di ritrovarsi una discarica di amianto vicino a casa. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso promosso dal Comitato Tutela Ambiente Treviglio contro la realizzazione della struttura progettata dalla ditta Team Spa in località ex Cava Vailata: un intervento importante, da 3,5 milioni di euro, di cui la Team, posseduta al 51% dalla società Refero del Gruppo Rota Nodari, ha deciso di farsi carico. In particolare, l’appello del comitato censurava la sentenza del Tar di Brescia, che un anno fa aveva ritenuto valida la valutazione di impatto ambientale, conclusa in senso favorevole da Regione Lombardia, che i cittadini avevano impugnato, in quanto – secondo il comitato – "incompleta, gravemente carente" e che non teneva conto delle esigenze di approfondimenti richieste dai trevigliesi e dall’amministrazione comunale, anch’essa contraria alla discarica di amianto.

"La sentenza è storica – commenta soddisfatta l’avvocato Paola Brambilla, cui si è affidato il comitato per tutelare le proprie ragioni – in quanto conferma il principio del ‘giusto procedimento ambientale’ per cui cittadini e comitato si sono battuti per anni, e la necessità che le valutazioni ambientali siano partecipate ed esaustive, senza rinvii degli approfondimenti di tutela sanitaria e ambientale a fasi successive o tanto meno alla fase processuale". L’anno scorso i giudici del Tar lombardo avevano respinto la richiesta dei cittadini, con grande delusione dei promotori che avevano però annunciato l’intenzione di proseguire la loro battaglia, sostenuti dal sindaco Juri Imeri e dalla sua Giunta. 

Prima dell’eventuale inizio dei lavori per la realizzazione di questa struttura, comunque, dovranno essere effettuate delle operazioni di bonifica sull’intera zona interessata, contaminata da plastica, olii esausti e metalli pesanti con cui, una trentina di anni fa, era stata riempita la cava. Ma le buone notizie non riguardano solo Treviglio. Sempre il Consiglio di Stato, su appello del Comune di Caravaggio e dei comuni cremaschi, ha infatti riformato la sentenza del Tar che aveva imposto la ricollocazione della cava di Caravaggio, modificando il piano cave provinciale. “E’ un tassello importante per la tutela del suolo agricolo della Bassa Bergamasca e della Pianura Padana”, commenta l’avvocato Paola Brambilla che ha assistito l’amministrazione caravaggina.