Chef e camerieri, altro che disabili. A Treviglio l’inclusione lavorativa è servita

Il ristorante Madre Terra di Treviglio impiega 15 dipendenti tra i 25 e i 55 anni con sindrome di Down. In tavola cibo a chilometro “vero“ anche da fuori regione

Il titolare Fabio Duca: "Voglio abbattere tutte le barriere che impediscano integrazione"

Il titolare Fabio Duca: "Voglio abbattere tutte le barriere che impediscano integrazione"

Treviglio (Bergamo) - Un ristorante dove l’inclusione sociale e lavorativa sono il motore propulsore dell’attività, un laboratorio in cui sensibilizzare la clientela su tematiche sociali e ambientali. Le tante anime di MaTe, abbreviazione di Madre Terra – ristorante, bottega e fino a qualche tempo fa anche ristomarket a Treviglio, in piazza Garibaldi – si completano a vicenda da ormai più di sette anni, quando il proprietario Fabio Duca, amministratore dell’azienda Treverde che gestisce il ristorante, ha deciso di unire le eccellenze locali a iniziative di solidarietà.

Oltre a sviluppare una ristorazione sostenibile che si alimenta con le merci di aziende a chilometro zero – "A me piace parlare di chilometro vero, perché quando ne vale la pena andiamo anche fuori regione", sottolinea Fabio Duca – riunite nella cooperativa agricola “Cascine nella terra di ghiaia“, che raccoglie i migliori produttori agricoli locali, ha avviato il progetto “Sit Down“, iniziativa sociale nata dalla volontà di offrire nuove opportunità ai ragazzi disabili del territorio con un impegno concreto nel ristorante. "Vogliamo abbattere tutte le barriere che impediscono a questi ragazzi di godere di una piena integrazione nella comunità. Il progetto nel corso degli anni ha avuto una tale risonanza da ampliare i propri orizzonti e anche i nostri: all’inizio, grazie alla collaborazione con le cooperative sociali Insieme, Fili Intrecciati e Il Susino, davamo la possibilità ogni martedì sera ai ragazzi di gestire il locale. Ma da quest’anno sono inseriti a tutti gli effetti nell’organico con contratti di lavoro a tempo determinato e compensi regolari".

Il locale conta circa una quindicina di dipendenti con sindrome di Down tra i 25 e i 55 anni che lavoreranno a rotazione uno al giorno da lunedì a venerdì, dalle 18.30 alle 22, coordinati da altro personale già in servizio, occupandosi di tutte le mansioni: dal servizio al tavolo fino alla preparazione della pizza. Poi si è aggiunta una partnership con l’Abf di Treviglio, Centro di formazione professionale che ha permesso ai ragazzi di ricevere gli strumenti per approcciarsi alla professione: dopo più un anno di stage un 18enne di Verdellino, affetto da disabilità cognitiva, è stato assunto a tempo indeterminato da lunedì a venerdì nella fascia oraria di pranzo, dalle 11 alle 15.

«Sono felice per l’assunzione appena ottenuta – ha commentato il ragazzo – soprattutto perché faccio quello che mi piace. Questo è un ambiente dove mi trovo bene, con colleghi che mi sono stati da subito vicini e dai quali ho imparato tanto. Questa esperienza mi servirà magari per realizzare in futuro un sogno: aprire e gestire un ristorante tutto mio".