Torna il corteo unitario, ma la piazza del 25 Aprile è divisa sulla guerra Il presidente del Comitato bergamasco antifascista: "Ci auguriamo una manifestazione nel rispetto delle diverse sensibilità"

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La guerra in Ucraina è il terreno scivoloso su cui si misureranno gli interventi in piazza Vittorio Veneto il 25 Aprile. Sul palco il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, la studentessa Lucia Di Cola di Progetto Adriana, organizzazione che si ispira alla partigiana bergamasca Adriana Locatelli, e il giornalista e scrittore Marco Damilano, già direttore de L’Espresso: i loro discorsi costituiranno la prova del nove per accertare il tasso di polemica che accompagna il 77° anniversario della Festa della Liberazione, dopo i distinguo della vigilia: sull’invio di armi e sull’accostamento alla Resistenza italiana sono diverse le posizioni nel fronte antifascista. Il tradizionale corteo, che torna dopo lo stop di due anni imposto dalla pandemia, sarà però unitario.

"Sarà un 25 Aprile non facile – sottolinea il presidente del Comitato bergamasco antifascista Carlo Salvioni – perché il tema della guerra in Ucraina è divisivo. Ci auguriamo una manifestazione unitaria, nel rispetto delle diverse sensibilità e posizioni, di opinioni non coincidenti ma unite nel riconoscimento dei valori fondamentali della libertà e della giustizia sociale". Per il presidente provinciale Anpi Mauro Magistrati a prevalere "saranno la voglia di tornare in piazza e l’impegno per la pace, un valore imprescindibile".

Le cerimonie si aprono il 24 al cimitero Monumentale (dalle 16) con l’inaugurazione della tomba dei partigiani bergamaschi. Il 25 alle 8,45 la deposizione delle corone di alloro ai Caduti, al Parco delle Rimembranze in Rocca, e alle 9,30 il ritrovo in piazzale Marconi per il corteo da viale Papa Giovanni XXIII a piazza Vittorio Veneto. I giovani del Progetto Adriana raggiungeranno la fontana di Antonio Locatelli con uno striscione sulla toponomastica antifascista: "Via Antonio Locatelli dovrebbe essere dedicata ad Adriana Locatelli".

Michele Andreucci