LUCA CALÒ
Cronaca

Telecovid, monitoraggi e consulti a distanza

Il progetto del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bergamo per aiutare specialisti e medici di famiglia a seguire i pazienti

di Luca Calò

L’obiettivo è lo sviluppo di un sistema integrato di telemonitoraggio di pazienti affetti da Covid 19 o dei cosiddetti pazienti “fragili“, come per esempio i cardiopatici o gli oncologici, basato su acquisizione di dati da remoto, attraverso sensori indossabili dai pazienti e videoconsulto.

Tutto questo è il progetto Telecovid, ideato dal dipartimento di ingegneria dell’Università di Bergamo e finanziato da Regione Lombardia con un contributo di 489mila euro, che andrà a coprire più della metà del budget necessario. La sperimentazione partirà nel reparto di oncologia del Papa Giovanni di Bergamo e nell’ospedale di Seriate, dove invece saranno monitorati i pazienti Covid e post Covid e i cardiopatici. Successivamente, se i risultati saranno soddisfacienti, l’obiettivo è diffonderne l’uso su larga scala a medici di famiglia e ai pediatri.

"Cominciamo dagli specialisti ma naturalmente puntiamo a portare questi strumenti sul territorio – spiega Andrea Remuzzi, docente di bioingegneria all’ateneo – con l’obiettivo di permettere ai medici di medicina generale di limitare le visite domiciliari ed i contatti telefonici con i pazienti in carico, pur mantenendo un controllo in tempo reale della popolazione di pazienti, tramite un sistema di sorveglianza affiancato da un sistema di teleconsulto".

Ci saranno da superare anche resistenze, diciamo così, di approccio. "Spesso il contatto diretto paziente-medico e vicevera è percepito come qualcosa di imprescindibile per entrambi – spiega Remuzzi – e infatti questi strumenti vanno inseriti con molta attenzione, ma noi crediamo molto nella loro utilità, specialmente per i pazienti cronici che abitano in zone lontane dagli ospedali".

La sperimentazione in ambito specialistico permetterà di verificare il sistema progettato dall’Università e i vantaggi in termini di efficienza e - per quanto riguarda il Covid - limitazione del contagio grazie all’attività di assistenza a distanza. La sperimentazione in ambito oncologico e cardiologico è sicuramente importante ma questo progetto sembra, nell’immediato, fatto su misura per il Coronavirus.

"Telecovid fornirà all’inizio un sistema – riprende Remuzzi – specificamente progettato per l’individuazione precoce e il monitoraggio a distanza del paziente Covid-19. Sin dall’insorgenza dei primi sintomi in un paziente, il medico potrà tenere sotto controllo i parametri clinici monitorati sul paziente in modo semplice attraverso sensori indossabili, che comunicheranno con una piattaforma digitale. Il medico avrà a disposizione un canale protetto per il teleconsulto".

Strumento fondamentale, quest’ultimo, per scegliere tempestivamente le strategie più adeguate per il paziente e per le persone che sono state a contatto con lui, come per esempio contenimento e gestione domiciliare o segnalazione per ricovero ospedaliero.

Gran parte degli strumenti utilizzati nel progetto, relativi alla sensoristica e alla piattaforma digitale, sono già disponibili e certificati, permettendone un utilizzo immediato alla partenza del progetto. In una fase successiva del progetto saranno studiati e sviluppati aggiornamenti della piattaforma e saranno raccolti dati per verificare l’effettivo utilizzo del sistema e aprire così la strada al suo impiego su larga scala. "Questa esperienza – conclude Remuzzi – sul campo permetterà ai medici, di base e specialistici, di trasformare anche per il futuro le modalità di erogazione dell’assistenza medica aumentando qualità ed efficienza di questo servizio".