Sul furgone soldi e fatture in odore di ’ndrangheta L’autista se la cava: ignaro

Nel marzo 2020 era stato bloccato al Brennero, al rientro dalla Polonia, con a bordo del furgone di cui era al volante 487mila euro in contanti, fatture false e documenti. Si parla di Giuseppe Pennestri, 40enne calabrese di casa nel Bresciano, coinvolto da un filone secondario dell’inchiesta della Dda “Atto finale”. Pennestri nello specifico rispodeva solo di associazione finalizzata al riciclaggio. Il pm Erica Battaglia aveva chiesto 5 anni ma il Tribunale l’ha assolto. "Quei soldi gli sono stati infilati sul fugone a sua insaputa durante la riparazione del mezzo, che si era guastato, in Polonia", la tesi sostenuta dall’avvocato Alessandro Asaro, che assiste Pennestri con il collega Luca Cianferoni. B.Ras.