
Immagine di repertorio
Bergamo, 3 ottobre 2014 - Si sono conosciuti nel 2008 in una chat dei fan del cantante sardo Marco Carta. Per un po’ si sono frequentati su Internet, scambiandosi messaggi di amicizia. Poi, all’improvviso, l’uomo, un geometra di 38 anni sposato e residente ad Arzachena (Olbia), inizia a pretendere dall’amica, una ragazza bergamasca di 24 anni residente in un comune della Valle Seriana, qualcosa in più della semplice amicizia. «Per me - le scrive via chat in un’occasione - sei più importante di mia moglie». La giovane sospetta che il 38enne si sia innamorato di lei e mette le cose in chiaro, spiegando allo spasimante che da parte sua c’è solo simpatia.
È da questo momento che per la studentessa ha inizio, secondo le accuse, un vero e proprio incubo: il geometra la tempesta di sms (anche dieci in un’ora), modifica il suo profilo su facebook e messangers e pubblica alcuni fotomontaggi che la ritraggono in pose pornografiche, accompagnati da commenti volgari. La situazione peggiora quando la 24enne comunica all’uomo che ha conosciuto un ragazzo e che ha intenzione di mettersi insieme a lui. Il geometra sardo, sempre stando alle contestazioni, prosegue nella sua illecita attività di postare sul web fotomontaggi osè della ragazza, la quale accusa stati di ansia che ne compromettono gli studi. Tanto che alcuni professori, insospettiti dal suo rendimento e da diverse crisi di pianto, le chiedono se abbia problemi di anoressia o in famiglia. La situazione va avanti per tre lunghi anni, fino al 2011: la studentessa, probabilmente, spera che l’uomo prima o poi la smetta di infastidirla.
Cosa che non avviene : il 38enne posta altri fotomontaggi pornografici con protagonisti la sorella 17enne della giovane e i cuginetti di 5 e 8 anni e le invia a casa, attraverso un pony express, una pacco con materiale acquistato in un sexy shop. A questo punto la studentessa presenta ben cinque denunce e la polizia postale di Bergamo individua il geometra che finisce indagato per stalking. La vicenda è approdata ieri davanti al gup Giovanni Petillo: il pm Laura Cocucci ha chiesto la condanna dell’uomo a 1 anno di reclusione, mentre l’avvocato Emilio Gueli, che assiste la presunta vittima, parte civile nel procedimento, ha chiesto un risarcimento di 50mila euro. Il difensore dell’imputato ha invece presentato una memoria in cui avanza l’ipotesi che il computer del suo assistito potrebbe essere stato utilizzato da qualcun altro. Il 16 ottobre la sentenza.