S’inventò rapina Guardia giurata patteggia 2 anni

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"Ammetto i fatti, mi dispiace". A parlare, ieri davanti al giudice Luca Tringali, l’ex dipendente della Fidelitas arrestato in estate con l’accusa di essersi inventato una rapina ai danni del portavalori del quale era al volante, e da cui erano spariti 377mila euro, mai più trovati. Il 41enne di origine egiziana, di casa a Bagnolo Mella, ha patteggiato 2 anni, 400 euro di multa e una liquidazione di 900 euro di spese a beneficio di Fidelitas, costituita parte civile. L’uomo, doppia cittadinanza, il 12 luglio alle 7,30 aveva chiamato il 112 per denunciare di essere stato rapinato da un commando mentre si dirigeva in Valcamonica col carico per uffici postali, negozi, banche. Due banditi travisati gli avrebbero tagliato la strada tra Ceto e Braone, poi - pistola in pugno - lo avrebbero obbligato a scendere e immobilizzato. I carabinieri hanno scoperto che il tragitto dichiarato non trovava conferma nelle telecamere e nel gps del mezzo. Partito dalla sede di Brescia alle 6, il blindato si era diretto nel Veronese. Non solo. Il giorno seguente l’imputato era stato inquadrato dalle telecamere mentre buttava nel cassonetto brandelli di sacchi. Per il pm Donato Greco, i sacchi in cui c’era il denaro poi fatto sparire. Gli inquirenti sospettano l’esistenza di almeno un complice, mai identificato. L’avvocato Federica Turano aveva chiesto l’ammorbidimento della misura carceraria in obbligo di firma. Il giudice ha però ritenuto che, anche in considerazione delle "dichiarazioni prive di spunti collaborativi" dell’imputato, in contatto con "ambienti criminali" - il 41enne non ha mai fatto nomi di terze persone pur lasciandone intendere la presenza - fossero idonei solo i domiciliari stretti.

B.Ras.