"Siamo accorsi fuori dalla sua camera e c’era già l’inferno"

"Dopo averla sedata siamo rimasti per un po’ con la paziente. Una di noi le ha detto: Elena stai tranquilla. Abbiamo chiuso la porta a chiave e siamo uscite. Ma lei continuava a gridare", hanno raccontato al processo gli infermieri che seguivano nel reparto di Psichiatria del Papa Giovanni XXIII Elena Casetto. Trascorrono un paio di minuti e scatta l’allarme sonoro: c’è un incendio. "Siamo accorsi fuori dalla stanza di Elena e c’era l’inferno". Era inaccessibile, c’era fumo ovunque. Un infermiere ha preso un estintore ma non era riuscito a utilizzarlo. "Ricordo – dice una operatrice– di aver visto solo uno del servizio anticendio (non indossava i dispositivi) ci ha chiesto gli estintori, di aprire le finestre che sono bloccate, mentre Elena chiedeva aiuto". C’erano fiamme ai piedi della paziente: in breve quella stanza è diventata inaccessibile, per il fumo e il calore.

Oltre agli infermieri sono stati sentiti il primario del reparto, la guardia medica, il responsabile della sicurezza dell’ospedale.

F.D.