FEDERICA PACELLA
Cronaca

Sì ad accoglienza e cittadinanza. In marcia oltre 2.500 persone

Il corteo con numerosi sindaci ha attraversato il centro di Brescia, in testa ragazzi con lo status di rifugiati

Oltre 2.500 persone in corteo per dire sì all’accoglienza e alla cittadinanza. È stata un fiume la marcia di “Io Accolgo“, che ieri pomeriggio ha attraversato il centro di Brescia: ad aprirlo, alcuni ragazzi che hanno ottenuto lo status di rifugiato. Tanti i sindaci partecipanti a un’edizione, la nona, che arriva in un contesto di forti tensioni, dopo la stretta voluta dal Governo che sta mettendo in grande difficoltà i Comuni “accoglienti“.

"Meno di un Comune su cinque, nel Bresciano, ha dato disponibilità – ha ricordato Maddalena Alberti, direttrice Adl a Zavidovici, gestore Sai – perché non c’è un vincolo per i Comuni ad accogliere in modo strutturato e integrato. La militarizzazione del discorso pubblico attorno all’accoglienza e le repressioni dei nuovi decreti aprono una nuova stagione di riduzione dei diritti per chi arriva in Italia in cerca di protezione e di un futuro".

Duro l’intervento dell’assessore all’Inclusione Marco Fenaroli. "Manifestiamo per rispondere alla propaganda sull’invasione e per la nuova rotta del Governo, che ha cancellato l’accoglienza a favore dei respingimenti".

Ma se tutto il sistema viene smantellato (col decreto Cutro, nei Cas non si può fare alfabetizzazione né assistenza sanitaria, solo vitto e alloggio per i quali 30 euro al giorno sono insufficienti, tanto che molti gestori non ce la fanno) e visto che è impossibile rimpatriare 130mila persone, per Fenaroli c’è un’unica conclusione: "Tutte queste persone finiranno nelle città capoluogo, producendo grande tensione: è ciò che vogliono".

Tra i temi anche quello della cittadinanza per chi è nato e cresciuto in Italia, di cui hanno parlato Aziz Sawadogo, consigliere comunale nel Lecchese, e Raisa Labaran, consigliera comunale a Brescia, evidenziando che la cittadinanza non può essere un privilegio.