MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Calano gli sfratti nella Bergamasca

Il sindacato degli inquilini: "Notizia positiva dopo anni di aumento, ma è ancora presto per parlare di inversione di tendenza"

Emergenza sfratti (Foto archivio Novi)

Bergamo, 3 giugno 2017 - Si apre uno spiraglio positivo per quanto riguarda il fenomeno degli sfratti nella Bergamasca. Secondo i dati registrati dal ministero dell'Interno nel periodo gennaio-dicembre 2016 e diffusi dall'Unione Inquilini di Bergamo, gli sgomberi calano leggermente, ma, sottolinea il sindacato "si stabilizzano in alto". Le sentenze di sfratto nel 2016 sono state 591, in calo (-2,48% rispetto all'anno precedente quando la cifra ammontava a 606).

La motivazione principale resta la morosità, con 568 sentenze emesse per questo motivo, cioè circa il 95% fra tutte quelle relative allo sfratto. "La diminuzione - precisa Fabio Cochis, segretario provinciale di Unione Inquilini - è modesta e non può essere assunta come un segnale di inversione di tendenza. Gli sgomberi diminuiscono perchè dopo una sequenza di anni caratterizzati da un alto numero, si riduce matematicamente la platea degli inquilini a rischio di insolvenza".

Gli sfratti eseguiti nel 2016 dagli ufficiali giudiziari sono stati 560, con una diminuzione del 7,44%. Non accenna a diminuire, invece, il numero delle richieste di esecuzione presentate agli ufficiali giudiziari, ben 2.615. "Gli sfratti - prosegue Cochis - probabilmente si stanno stabilizzando, ma ad un livello alto, il che evidenzia come la precarietà abitativa sia un fatto non congiunturale ma strutturale. Il vero disastro è che sul tema casa Governo, Regioni e Comuni non riescono neanche a balbettare una proposta: anzi si continua con idifferenza a fare finta che non esista una questione abitativa che nel nostro Paese è destinata ad approfondirsi ulteriormente".