
Tutta l’indagine ha preso il via da un esposto del 2017 di Nadia Mazzoleni, all’epoca consigliere a Roncola, che denunciava "l’indebita percezione" da parte del segretario comunale Vincenzo De Filippis, 56 anni, indagato per truffa e falso. La Mazzoleni nel suo esposto si poneva domande tipo: quante ore di lavoro può fare in una settimana un segretario comunale, quanti chilometri deve percorrere per svolgere il proprio ruolo, come De Filippis, in una ventina comuni bergamaschi? Quanto arriva a costare, un professionista con una mole così grande di incarichi, alle amministrazioni locali, in termini di stipendi, indennità e rimborsi.
La lettera partita da Roncola aveva posto dubbi pesanti. Uno su tutti: com’è possibile che le delibere di giunta di diversi comuni indichino la presenza di De Filippis in due luoghi diversi alla stessa ora dello stesso giorno? In effetti, ad esempio, l’8 settembre 2018 il segretario comunale risulta presente alle 11 alla seduta di Palazzago e, lo stesso giorno alla stessa ora, firma delibere con il sindaco e gli assessori di Rota Imagna. E di casi simili ne vengono elencati altri, a Mezzoldo e Piazzolo, a Roncola e San Giovanni Bianco. L’esposto arriva al pm Giancarlo Mancusi che ha avviato gli accertamenti a carico di De Filippis (assistito dall’avvocato Marco Zambelli) e della sua collaboratrice, Silvia Lazzaroni, 41 anni, residente a Entratico, indagata a sua volta per truffa. E ieri mattina, dopo l’ok del gip al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, i carabinieri si sono recati alla villa di Sorisole dove vive De Filippis per apporre il cartello “sotto sequestro“. La cifra contestata a De Filippis è 488.878 euro frutto, secondo l’accusa, di emolumenti e rimborsi chilometrici per gli spostamenti in tutto o in parte non dovuti per gli incarichi nei Comuni. Quanto ai rimborsi chilometrici e alle spese per accessi, dagli accertamenti è emerso che lo stesso, grazie a raggiri e artifizi (come la registrazione di atti, diritti di rogito ad esempio) aveva denunciato per gli anni 2018 e 2019 di aver effettuato circa 200mila chilometri, mentre ne avrebbe fatti molti meno. Attestava la sua presenza alla giunte comunali di alcuni paesi di sua competenza, quando in realtà così non era.
Francesco Donadoni