A Sangare viene contestata anche la premeditazione. È lui stesso ad affermare di aver abbandonato i suoi amici ed essere tornato a casa, dove si muniva del grosso coltello impiegato per uccidere Sharon, con “quell'idea lì”. Ecco le sue parole: “Verso mezzanotte e mezzo rientravo a casa. Ho preso uno zaino, ho messo dentro un coltello (…) Mi sono avviato per una strada. Non era mia intenzione di andare verso Terno, ma di uscire con quell'idea lì, quell'energia lì (…) per rubare a qualcuno o per fare qualcosa di peggio”.
Prima Sangare passa di Chignolo, vede due ragazzini e fa vedere loro il coltello: “Vado via, mi sa che si con ca**ti addosso”. Prosegue verso Terno d’Isola e incrocia un uomo in macchina con il computer ma decide di lasciarlo stare. Poi vede i due ragazzi che testimonieranno e li saluta con il “Salam Aleikum”. Arrivato a Terno, incontra un uomo pelato e qualche altro passante. Finché, in via Castegnate, vede Sharon e decide che lei è il suo bersaglio.