Sul movente, o meglio la totale assenza di movente, scrive il giudice Mascarino: “il gesto omicidiario è stato posto in essere nella più totale assenza di una qualche comprensibile motivazione, in maniera del tutto casuale, assolutamente gratuita, essenzialmente eccentrica, per non dire addirittura capricciosa; donde la contestazione della circostanza aggravante dei futili motivi”.
E ancora: “L’omicidio sembra commesso da un soggetto che, spesso in preda alla noia, non avendo stabile attività lavorativa, impregnato dei valori trasmessi dalla musica rap (un genere che esalta la violenza, il sesso estremo, l'esigenza di prevalere di un soggetto attraverso la soggezione imposta agli altri componenti di un gruppo o, in generale, della società) che aveva architettato come passatempo quello di lanciare coltelli ad una rudimentale sagoma di cartone con apposto alla cima un cuscino su cui era disegnato un volto umano, sia stato assalito dal desiderio di provare realmente emozioni forti, in grado di scatenare nel suo animo quella scarica di adrenalina che Sangare ha cercato di descrivere, seguita da uno stato di benessere e di relax. Il pensiero che l'esistenza di una giovane donna sia stata stroncata per soddisfare motivazioni di questo genere lascia francamente attoniti”.