LUCA CALO'
Cronaca

Bergamo: ristorazione fra buio e speranze

Il comparto ha perso il 43% del fatturato e il Natale non esisterà. Ma c’è l’alternativa di Ristorabergamo.it

Petronilla Frosio, presidente dei ristoratori di Ascom Confcommercio

Bergamo, 8 dicembre 2020 - Quello della ristorazione e dei bar è un settore che a Bergamo e provincia ha perso il 43% del fatturato a causa della pandemia con una richiesta di cassa integrazione che ha visto coinvolto oltre il 70% delle aziende. Proprio per questo il probabile passaggio della Lombardia a zona gialla viene accolto dai ristoratori bergamaschi come un piccolo ma significativo segnale di speranza verso il ritorno alla normalità. Lo status di zona gialla per la Lombardia infatti permetterà ai ristoranti di stare aperti fino alle 18 potendo così riprendere ad effettuare il servizio del pranzo con i clienti seduti al tavolo, pur nel rispetto del distanziamento e delle altre norme specifiche. "Il Natale ormai, per molti di noi, è andato – sottolinea Petronilla Frosio, presidente del gruppo ristoratori di Ascom Confcommercio e titolare del ristorante Posta di Rota Imagna – perché la clientela arriva per la maggior parte da fuori e il divieto di sconfinamento tra Comuni finirà per compromettere il pranzo natalizio al ristorante. Sono leggermente meno penalizzati le attività delle grandi città, come nel nostro caso Bergamo ma certamente siamo lontanissimi da quello che era il Natale fino allo scorso anno".

"Ho già ricevuto alcune telefonate di colleghi – dice ancora Petronilla Frosio – che hanno dovuto rinunciare a prenotazioni dopo aver illustrato la situazione ai clienti che chiedevano informazioni. Ci adegueremo ancora una volta ma stavolta speriamo che sia l’ultima. A ottobre siamo tornati indietro rispetto all’estate". Nella Bergamasca, intanto, sta diventando un’alternativa, anche per i ristoranti tradizionali, la consegna a domicilio e il servizio da asporto. Il cosiddetto delivery insomma. A dirlo sono i primi dati di “Ristorabergamo“, la piattaforma tutta made in Bergamo e pensata esclusivamente per i ristoratori orobici sviluppata da VisitBergamo e Comune in sinergia con Confesercenti, Ascom e Distretto Urbano del Commercio. Ristorabergamo è online dal 20 novembre e in poco più di due settimane ha raccolto 450 ordinazioni con una media di 35 euro a scontrino. Una crescita esponenziale nel giro di poco tempo e anche i ristoratori cominciano a crederci, tanto che gli aderenti sono passati dai 40 iniziali agli attuali 120. "E ci sono altre 100 attività – interviene Christophe Sanchez, amministratore delegato di Visit Bergamo – che hanno aderito e che presto saranno online. Tra l’adesione e l’entrata effettiva nella piattaforma infatti è necessario un tempo tecnico". Durante queste prime due settimane di attività ristorabergamo.it ha evidenziato che la pandemia sta cambiando le modalità di consumo anche in un settore come la ristorazione. Proprio per questo anche quando la situazione tornerà alla normalità la piattaforma è destinata a rimanere attiva ma cambiando in parte la sua funzionalità. "Stiamo lavorando per fornire in futuro la possibilità ai clienti di poter prenotare e pagare in anticipo – spiega Sanchez – Crediamo infatti che questa sia un’opportunità non solo legata all’emergenza ma anche per il medio e lungo periodo". Al momento ristorabergamo.it è l’unico esempio in Italia di piattaforma delivery dedicata esclusivamente ad una città. E l’iper localismo, visto i numeri, per una volta sembra aver messo in scacco la globalizzazione.