Casazza (Bergamo), 20 agosto 2024 – Una violenta rissa fuori dal locale Rosy Bar di Casazza è terminata con un drammatico bilancio: un ucraino di 38 anni perde la vita per le botte, fermati due italiani, si cerca un terzo uomo, marocchino, coinvolto nella colluttazione.
Tutto è successo intorno alle dieci e mezza di sera, la vittima è Mykola Ivasyuk, originario di Leopoli, che viveva da una decina d'anni nel paese della valle Cavallina dov'è morto. In Ucraina aveva lasciato la moglie, dalla quale era separato, e una figlia di 16 anni. Negli anni aveva svolto diversi lavori, tra cui badante e operaio, oltre a un impiego in un’azienda del settore ortofrutticolo. Risiedeva nel palazzo di fronte al bar.
Il punto sulle indagini
Pare che per futili motivi tra lui e due avventori del locale di via Nazionale sia scoppiato un diverbio. Dalle parole si è passati alle mani, e l'ucraino è stato colpito con violenza al capo, stramazzando a terra. Immediato l'allarme e l'intervento del 118 con un'automedica e un'ambulanza della Croce Blu di Lovere. Quando sono arrivati, i soccorritori l’hanno trovato riverso a terra a petto nudo agonizzante. Per lui non c’era ormai più nulla da fare. I carabinieri di Clusone hanno poi individuato e portato in caserma un aggressore, italiano, mentre una seconda persona coinvolta si è allontanata ma è stato bloccata dopo una breve fuga. Sarebbe accusata di favoreggiamento.
Terminati i rilievi della Scientifica dell'Arma, il corpo del trentottenne è stato trasferito all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove sarà eseguita l'autopsia. Decisive anche le immagini della videosorveglianza presenti all’esterno e all’interno del locale gestito da cinesi. Si indaga per omicidio preterintenzionale.
“Voglio sapere chi l’ha ucciso e perché”
Sul luogo dell’omicidio, ieri sera, sono subito arrivati il fratello di Mykola e la madre. Disperati e in lacrime per la morte improvvisa e senza senso di un figlio e di un fratello. “Voglio sapere chi lo ha ucciso e perché”, dice il fratello. "Era un ragazzo buono, che non aveva mai fatto male a nessuno”, aggiunge la madre distrutta dal dolore. Un uomo di origini marocchine, che stava passando nei paraggi del bar mentre avveniva il pestaggio, intorno alle 22, è stato interrogato dai carabinieri. Preziosa la sua testimonianza: “Quando mi sono avvicinato per capire cosa stava succedendo un uomo vestito di nero (l’italiano, ndr) mi ha invitato ad andarmene. Stava chiamando l’ambulanza, mi ha detto di andar via. A terra c’era quest’uomo in fin di vita col volto insanguinato”.