Riserve idriche quasi dimezzate e laghi ai minimi

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"Stiamo seguendo con particolare attenzione il rischio siccità in Lombardia. A fine gennaio le riserve di acqua, in

Lombardia erano di circa il 45% in meno rispetto alla media tra il 2006 e il 2020, il livello dei laghi era inferiore di poco più del 50% mentre sulle montagne il manto nevoso era solo il 46,2 per cento della media. Nei primi giorni di febbraio non c’è stato un miglioramento e le previsioni meteo dei prossimi 15 giorni non promettono nulla di buono in termini di precipitazioni. E la problematica dell’ingressione del cuneo salino nel delta del Po, che lo scorso anno aveva visto un arretramento di 40 km, quest’anno potrebbe avere maggiori criticità". Così Roberto Perotti (nella foto), presidente dell’Ordine dei Geologi della Lombardia, con una nota fa il punto sulla situazione della siccità in Lombardia. In particolare si teme il deficit del Garda perché - visto l’attuale andamento – ben difficilmente, a differenza dello scorso anno, potrà contribuire a placare la sete del Grande fiume.

"L’autorità di Bacino del Fiume Po – aggiunge Perotti – ha riattivato, il 9 febbraio, l’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici all’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, insieme alle regioni e le relative agenzie di monitoraggio e tutti i portatori di interesse dell’area padana coinvolti nella gestione della risorsa. Ciò che è emerso dall’incontro è un accertato deficit idrico. Tra le regioni in testa vi sono il Piemonte e la

Lombardia, seguite da Veneto e Trentino".