"Rapinavo banche, non ville": assolto Mattia Zambetti, figlio del "Ragno"

Bergamo, esce pulito dall’accusa dell’assalto in villa con sequestro di persona. Nelle sue dichiarazioni non ha negato il passato, ma ha ribadito il "suo" codice. Resterà in carcere fino al 2025

Zambetti

Zambetti

Bergamo, 16 febbraio 2023 - Il suo fine pena è tra due anni, 2025. Ne ha già scontati nove. Ieri era a processo per la rapina a villa Caldara a Albino, nel dicembre del 2010 da cui è stato assolto. Dopo la lettura della sentenza gli è scappato un sorriso. Si è avvicinato al suo avvocato e gli ha sussurrato qualcosa prima di lasciare l’aula scortato dalla polizia penitenziaria. Il pm Giampiero Golluccio aveva chiesto per l’imputato nove anni solo per la rapina, mentre non ha ritenuto sussistente il sequestro di persona (i banditi avevano strappato dalle braccia alla padrona di casa il suo bambino, poi abbandonato sull’auto in garage).

Il curriculum

Prima Mattia Zambetti, curriculum da rapinatore, aveva rilasciato una lunga deposizione in cui ha raccontato al presidente del collegio, giudice Giovanni Petillo, la sua scelta di vita. Di rapinatore di banche "non di privati e non ho mai sparato un colpo", e ora determinato a cambiare vita dopo anni di carcere ribadendo la propria innocenza.

"Rapino banche, non ville"

"Non ho neanche mai pensato di rapinare villa Caldara perché sono contrario a questo genere di rapine. Non conosco i Caldara - le parole di Zambetti - e mi dispiace per quello che è capitato loro, ma non sono io il colpevole. Nella mia vita ho fatto scelte sbagliate, ero minorenne... Non è un vanto, ma ho deciso di intraprendere quel percorso rispettando delle regole. Fin da subito ho scelto le banche. Durante le rapine, però, non ho mai trattato male nessuno, non ho mai sparato un colpo".

Il "ragno"

Mattia Zambetti è il figlio del "Ragno" Giovan Battista Zambetti, pluripregiudicato di Solto Collina con condanne per estorsioni e usura (ora scontate) e ora esce pulito dal processo per la rapina con sequestro di persona nella villa, ad Albino, del commerciante di giocattoli Filippo Caldara. Tre rapinatori sorpresero la moglie, allora incinta, mentre rientrava in auto con il figlioletto di 18 mesi. Con pistole e passamontagna insistettero per farsi aprire la cassaforte per poi fuggire con quello che riuscirono ad arraffare. Durante il processo la donna aveva ripercorso quei momenti terribili, di paura e terrore.

Le intercettazioni

Erano stati fatti anche degli identikit. Un’indagine nata a Monza, dalle intercettazioni sull’omicidio di Giovanni Ghilardi ritrovato morto nel bagagliaio di una Land Rover a Gessate il 9 febbraio 2010). Era amico di Mattia Zambetti. Per il pm Gianpiero Golluccio, proprio le intercettazioni sull’auto di Zambetti, hanno rappresentato il punto cruciale dell’inchiesta sviluppata dai carabinieri della Compagnia di Clusone. In quelle telefonate ci sarebbe la prova dei sopralluoghi organizzati in vista del colpo. Anche la difesa ha insistito sulle intercettazioni, ma sottoponendo al collegio una visione opposta.