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Qui il commercio cresce e cambia A Bergamo 148 nuove aperture

Un tessuto commerciale solido, che, dopo aver tenuto nel travagliato 2020, nel 2021 ha confermato la sua dinamicità. Il commercio a Bergamo, a differenza di alcune aree provinciali dove si sta indebolendo, cresce e cambia. Secondo i dati resi noti dall’amministrazione comunale, il 2021 si è infatti chiuso con un bilancio positivo, nonostante l’emergenza sanitaria sia tutt’altra che terminata: il saldo tra aperture e chiusure segna un +148, portando il numero totale di imprese a 6.822.

Un dato in controtendenza, inv, è quello relatvo ai B&B e alle case vacanze, che fanno registrare la maggiore contrazione, a quota 725, con un -50. Le nuove saracinesche si sono aperte soprattutto nei quartieri cittadini (+17 nuovi negozi di vicinato, alimentari ma non solo) e al commercio tradizionale si è affiancato sempre di più una versione online (+119 di e-commerce). "Il commercio è solido - fanno sapere dal Comune di Bergamo -. Quando un negozio ha chiuso se ne è sempre insediato più di uno nuovo. Sono partite 210 nuove attività al posto delle 123 che hanno lasciato". Complessivamente si contano 385 negozi alimentari, 1.558 non alimentari, 247 attività miste. Aumentano gli artigiani alimentari (+12), gli estetisti (+12), gli acconciatori e noleggio di auto, moto e bici (+15), le attività di somministrazione di bevande e alimenti, come circoli e mense (+18). In calo, invece, le rivendite di giornali, i punti vendita non esclusivi, quindi non le edicole, bar, ristoranti e trattorie (693 in totale, -10). Quanto alle attività ricettive extra alberghiere, come detto, sono calati i B&B e le case vacanza. Le chiusure, circa 50, sono state più delle aperture, queste ultime sulla scia di Bergamo Capitale della Cultura 2023 insieme a Brescia. Nonostante il calo degli ultimi due anni, il numero delle strutture resta alto: sono 725, in linea con il valore del 2018, un centinaio in più del 2017.Michele Andreucci