
"Questo sistema ha rallentato la crescita"
Imbal Carton è una delle piccole e medie realtà lombarde danneggiate. Nell’ultimo anno, l’azienda bresciana di Prevalle fondata nel 1967 (135 dipendenti) ha fatturato circa 67 milioni. Le sue scatole servono soprattutto alimentare (“food and beverage“), automotive, cosmetica, idrotermosanitario.
Michele Lancellotti (amministratore delegato), che danni ha subìto l’azienda?
"La crescita è stata fortemente rallentata. I nostri fornitori, essendo tutti anche nostri concorrenti, usavano il cartello per “controllare” i clienti (cioè noi), per evitare che diventassero loro competitor sul mercato della clientela medio grande. I cartellisti, inoltre, ci hanno fortemente emarginato: ci vendevano i fogli di cartone ondulato secondo un listino antistorico. In pratica ci venivano vendute composizioni di cartone composte da carte ibride (con un impasto di carta riciclata e vergine) spacciate per carte 100% vergini".
Chiederà il rimborso danni?
"Sì, ci affideremo allo studio legale Lipani Catricalà & Partners di Roma, che ha sostenuto sin dall’inizio, e con successo, la nostra necessità di contrastare il cartello".
Quali scenari si attende a medio termine e come intende recuperare il terreno perso?
"Imbal Carton si è affrancata dal giogo dei cartellisti grazie a un progetto di integrazione verticale con la multinazionale tedesca Progroup AG - produttrice di carta riciclata da ondulazione, cartone ondulato ed energia elettrica - che ci ha consentito di produrre imballaggi sempre più performanti e realizzati con carta riciclata al 100%. Attendo ora una presa di coscienza del mercato finale sulla differenza tra chi rispetta le regole della concorrenza leale e chi invece non le rispetta". L.B.