Puntava alle Final Four non va neppure al play-in. Ora è caccia ai colpevoli

A fronte di investimenti importanti raramente la squadra è stata all’altezza

Puntava alle Final Four non va neppure al play-in. Ora è caccia ai colpevoli

Puntava alle Final Four non va neppure al play-in. Ora è caccia ai colpevoli

È tempo di bilanci sull’Olimpia Milano dopo la chiusura della stagione in Eurolega e il 12esimo posto conseguito per il secondo anno consecutivo. E’ chiaro che non può esserci soddisfazione al momento perchè l’ambizione milanese è di tipo europeo e invece ancora una volta l’Armani potrà competere e vincere solo in campo nazionale. La stagione passata poteva essere considerata un inciampo, dopo una chiusa alle Final Four e un’altra ai playoff, ora, però, purtroppo la continuità è arrivata in negativo e questo non può che aumentare il disappunto.

Gli investimenti sono stati pesanti, ma la chimica non si è mai realmente sviluppata. Tutte le volte che c’è stata una gara decisiva lontano dalle mura amiche Milano l’ha persa, recentemente basti pensare alla finale di Coppa Italia o alle trasferte di Vitoria e Kaunas, gare perse non contro avversari impossibili. Il rammarico aumenta perchè invece in casa l’Armani ha dimostrato di poter battere chiunque tanto che al Forum sono cadute anche Real Madrid e Barcellona. Il paradosso maggiore è che i biancorossi abbiano un record di vittorie-sconfitte identico contro le prime quattro della classifica (Real, Panathinaikos, Monaco e Barcellona), e contro le ultime quattro (Alba Berlino, Villeurbanne, Stella Rossa e Bayern Monaco). Quasi come se la squadra fosse mentalmente pronta ad affrontare le gare di prestigio, tanto che addirittura 2 delle sole tre vittorie esterne sono arrivate proprio a Barcellona e Montecarlo, mentre non sia mai riuscita a comprendere la necessità e l’urgenza di dover vincere le partite contro le avversarie meno blasonate.

Quasi un atteggiamento da NBA (spalmato, però, su 82 partite in quel caso), piuttosto che da Eurolega. Il famoso slogan ufficiale della competizione "every game matter" (tradotto "ogni partita conta") l’ha decisamente disatteso e ne ha duramente pagato le conseguenze. Non è neanche il caso di puntare su colpe dei singoli o dello staff tecnico perchè, da questo punto di vista, sempre continuando nei paradossi l’Olimpia è stata davvero squadra nel male e nel bene: è stato difficile trovare qualcuno dal salvare nelle brutte sconfitte, come qualcuno insufficiente nelle vittorie di alto livello. La scusa dei numerosi infortuni non può bastare a spiegare l’eliminazione, ma di certo non ha aiutato la squadra a trovare una via da seguire di settimana in settimana. La gara con il Maccabi è stata davvero strana perchè in realtà tutto è diventato irrilevante quando si è visto che l’Efes non aveva problemi a vincere la sua sfida decisiva: "Non è stata una partita facile per noi - ha detto lo stesso Messina - dopo pochi minuti abbiamo visto che la Stella Rossa a Istanbul non era in partita e la nostra gara è diventata irrilevante".

Il grosso problema è che è una partita che ha comunque lasciato strascichi pesanti per gli ennesimi infortuni: Mirotic dovrà stare fuori due settimane per una distrazione ai flessori, Lo sarà out almeno una settimana per un problema al ginocchio. Hall è anche lui fuori per una distorsione alla caviglia per una decina di giorni almeno. Domani l’Olimpia gioca a Treviso in Serie A per continuare la rincorsa verso il primato.