
L'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo
Bergamo, 29 luglio 2019 - Prevenire e curare i comportamenti autolesivi e i suicidi di minori, in particolare di adolescenti, perché i tentativi falliti non si ripetano. È l'obiettivo di due nuovi progetti avviati, con un approccio multidisciplinare, dalla Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza e dalla Psicologia dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A seguire i ragazzi e le famiglie saranno due figure di psicologi e psicoterapeuti, che collaboreranno ai progetti grazie al contributo dell'associazione Nepios onlus, ideatore dei progetti.
I due progetti affrontano il problema con approcci diversi e complementari. La Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza seguirà il minore fin dalle fasi della sua presenza in ospedale a seguito di gesti autolesionistici o tentivi di suicidio. A seguire il ragazzo e i familiari sarà una mini équipe formata da uno specialista del reparto e da uno psicologo. La Psicologia proporrà invece alle famiglie un intervento "multifamiliare", metodologia adottata dal Centro per il Bambino e la Famiglia dal 2004.
Rispetto alla tradizionale terapia familiare, rivolta cioè alla singola famiglia, questa è una metodologia di lavoro psicoterapeutico rivolta a gruppi di famiglie, tramite la riflessione e la rielaborazione dei partecipanti attraverso confronti, attività e giochi mediati dai terapeuti, con il coinvolgimento di scuola, pediatri e operatori sociali.