
Post su Rauti. Assolto l’ex sindalista
"Quanto emerso all’esito dell’istruttoria dibattimentale, Ilardo non partecipò all’ideazione e alla successiva stesura del testo del volantino incriminato, bensì si limitò a “postarlo“ condividendone e diffondendone il contenuto, già confezionato da terzi soggetti rimasti ignoti, sul proprio profilo Facebook". È un passaggio delle motivazione alla sentenza di assoluzione (perché il fatto non costituisce reato) dell’ex sindacalista della Cgil Carmelo Ilardo, 72 anni, finito a processo per diffamazione. L’ex sindacalista aveva postato un volantino che esprimeva disappunto rispetto alla intitolazione a Treviglio della sede di Fratelli d’Italia intitolata a Pino Rauti. A querelare era stata una figlia di Rauti, Isabella, attuale sottosegretario al ministero della Difesa, che nelle parole della locandina scritta dall’Anpi aveva letto una diffamazione rispetto alla figura del padre: a suo dire erano state riportate inesattezze.
Bisogna anche tener conto, a giudizio del tribunale, che Ilardo all’epoca del fatto non rivestiva la qualifica professionale di giornalista, ne tantomeno era dotato, è spiegato nelle motivazioni, di una preparazione tecnico-giuridica idonea a intercettare il mendacio contenuto nel volantino. Per il tribunale "la provenienza del volantino postato su Facebook e le caratteristiche soggettive/professionali del suo divulgatore, unitamente alla peculiare insidiosità e ambivalenza dell’espressione utilizzata nel volantino insinuano quantomeno il dubbio ragionevole che Ilardo si sia incolpevolmente rappresentato il fatto illecito come lecito e ciò gli ha impedito di qualificare negativamente la sua condotta. Può dunque trovare applicazione la scriminante putativa del diritto di critica". F.D.