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Pigna, non ci sono soldi: a 240 operai salta l’anticipo della cassa integrazione

Si addensano nuove nubi sul futuro della Pigna, storica azienda cartiera bergamasca, e della consociata Rilecart dopo che i dati di bilancio del 2013 e l’avvio dei contratti di solidarietà fra i lavoratori erano sembrati ridare slancio al marchio di Maurizio Nobili

Una delle manifestazioni dei lavoratori della Pigna

Alzano Lombardo (Bergamo), 27 settembre 2014 -  Si addensano nuove nubi sul futuro della Pigna, storica azienda cartiera bergamasca, e della consociata Rilecart dopo che i dati di bilancio del 2013 e l’avvio dei contratti di solidarietà fra i lavoratori erano sembrati ridare slancio al marchio. Ieri nel corso di un incontro svoltosi nella sede di Confindustria Bergamo con i rappresentanti sindacali di Fistel Cils, Slc Cgil e Uil Comunicazione, è arrivata la doccia fredda: secondo quanto si è appreso, «la Pigna si trova nell’impossibilità di anticipare la cassa integrazione ordinaria prevista fino alla fine del 2014 per Rilecart e per le prossime sei settimane per la stessa Pigna».

In tutto i lavoratori coinvolti nel ricorso agli ammortizzatori sociali sono 240 e le organizzazioni di categoria descrivono la situazione come di estrema gravità. E pensare che solo due mesi fa, rendendo noti i dati relativi al bilancio consolidato dello scorso anno approvato il 30 giugno scorso dall’assemblea dei soci, il presidente Giorgio Jannone aveva ostentato ottimismo: «Abbiamo conseguito un significativo contenimento dei costi — aveva dichiarato — grazie all’accorpamento ad Alzano dell’attività di magazzino prima gestita anche in aree esterne in affitto e alla riduzione delle spese del personale con i contratti di solidarietà». E poi i numeri: un consuntivo in rosso di 4,9 milioni di euro, ma più che dimezzati rispetto ai 13 del 2012, e il margine operativo lordo in crescita dell’1,2 per cento dopo che l’anno precedente si era chiuso con un -6,1. Uno scenario incoraggiante, insomma, dopo anni di difficoltà e malgrado la crisi economica. Anzi, a rafforzare la rinascita era arrivato anche l’accordo con Expo che ha conferito a Pigna il ruolo di “official promoter” con la vendita diretta dei biglietti sul sito e sull’app aziendali.

Ora, però, la strada sembra essere di nuovo tutta in salita: «Chiediamo con forza all’azienda — scrivono i sindacati in un comunicato — e a chi oggi sta giocando un ruolo importante come gli istituti di credito, affinché diano il loro pieno contributo alla soluzione della vicenda». La preoccupazione è che l’impossibilità dichiarata di anticipare la cassa lasci decine di famiglie, nelle pendenze del completamento dell’iter nelle sedi istituzionali, senza introiti per diversi mesi. «Dal canto nostro — assicurano i rappresentanti dei lavoratori — metteremo in campo tutte le iniziative necessarie al fine di garantire le condizioni dei dipendenti di Pigna e Rilecart che fino ad oggi hanno sempre svolto la loro parte in modo più che responsabile».