
L'investimento del giovane ripreso dalle telecamere
Romano di Lombardia (Bergamo), 9 settembre 2025 – Lo scorso 8 agosto a Romano di Lombardia nei filmati delle telecamere: si vede la rissa a calci e pugni fra i due indagati M.B. di 19 anni e O.S. di 18, entrambi di Bariano, accusati di tentato omicidio, e la vittima ventiquattrennenne – che sarebbe stato colpito anche con un cartello della segnaletica stradale – all’altezza di un incrocio.
In seguito la vittima, rendendosi conto che gli sta arrivando contro la Bravo con a bordo i due aggressori, salta prima sul cofano e poi rotola sul tettuccio, infine cade sull’asfalto. Mentre l’auto si allontana il ventiquattrenne si rialza come se nulla fosse, anche se poi avrà una prognosi di 20 giorni. Per quel brutale pestaggio la Procura aveva chiesto la custodia in carcere dei due indagati. In sede di convalida il gip, pur riconoscendo la misura cautelare richiesta come “adeguata, proporzionata e idonea”, vista la giovane età degli aggressori e il fatto che fossero incensurati aveva optato per il divieto di avvicinamento alla vittima per almeno 500 metri, con braccialetto elettronico. Misura che per il giudice conteneva già un effetto deterrente. I due si erano scusati, sostenendo che la situazione era sfuggita di mano ma non avevano intenzione di investire il ventiquattrenne.
Ora il pm ha presentato appello al Riesame, chiedendo di nuovo l’applicazione della misura cautelare in carcere. E ha argomentato l’istanza con il pericolo di reiterazione del reato, come peraltro evidenziato dallo stesso gip, “elevato in considerazione dell’assoluta gravità del fatto e della chiara volontà degli indagati di uccidere la persona offesa, investendola”. L’aggressione è stata perpetrata in più momenti e in un crescendo di violenza in pieno giorno e in luoghi normalmente frequentati. Ne emerge che i due indagati, sebbene giovani e incensurati, siano soggetti di indole violenta in ragione dell’entità delle lesioni subite dalla vittima e della gravità dell’azione.
La lite – conclude il sostituto – appare riconducibile a motivi di rancore, vendetta o altre dinamiche pregresse, probabilmente illecite, potenzialmente idonee ad alimentare nuovi scontri. Ovvero, una maturata tendenza a delinquere come stile di vita.