Arte, a Bergamo un evasore al “Bacio”

Si finge collezionista per non pagare le tasse. Sequestrati 77 dipinti, c’è anche un Hayez

Il mercante possedeva una copia del 1861 del “Bacio” di Hayez

Il mercante possedeva una copia del 1861 del “Bacio” di Hayez

Bergamo, 27 ottobre 2018 - Opere d'arte di Fontana, Pomodoro, Brueghel e Arcimboldi. Ma anche Canaletto, Modigliani, Burri, Baschenis, e una delle versioni del Bacio di Hayez, icona del Risorgimento italiano. Un vero e proprio museo composto da 77 dipinti per un valore di oltre 25 milioni di euro finito sotto sequestro. È il secondo “colpo” della procura di Bergamo su una finta voluntary disclosur — indagini inedite finora anche a livello nazionale — che ha portato ai domiciliari un ricco mercante d’arte con residenza in città.

Si tratta di Gianfranco Cerea, 57 anni, con abitazione in via Pier Lugi Todeschini. È difeso dagli avvocati Enrico Mastropietro, di Bergamo, e dal collega Raffaele Cesare Bergaglio, di Milano. Secondo l’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Bergamo, coordinata dal procuratore Walter Mapelli e dal pm Emanuele Marchisio, Cerea, quando si è accorto che le fiamme gialle lo stavano «sgamando», per deviare gli investigatori aveva dichiarato di essere un collezionista, escamotage per pagare meno tasse al fisco. In realtà, come è emerso dall’indagine, il 57enne era un commerciante di opere d’arte in Italia e all’estero. Ricopriva ruoli di primo piano in un numero importante di società, 12 in Italia e 7 all’estero, tra cui la Trust Fine Art. S.A, con sede in Svizzera. Dal 2010 al 2013 ha acquistato quadri nell’ordine di centinaia all’anno.

I sospetti degli uomini delle fiamme gialle sono nati nel momento in cui, a seguito di una verifica fiscale effettuata nell’ottobre del 2015, il mercante d’arte per regolare il suo patrimonio aveva deciso di ricorrere alla voluntary. Che è la procedura che lo Stato ha concesso, per un periodo, a chi si è macchiato di determinati reati fiscali: attraverso il pagamento di una sanzione inferiore a quella normalmente prevista, il contribuente si sistema con il fisco. Attraverso intercettazioni, accertamenti bancari e testimonianze, gli inquirenti hanno accertato che in questo caso non esistevano i presupposti per la voluntary, anche per via delle false attestazioni presentate dal commerciante d’arte. L’indagato deve anche rispondere di auto riciclaggio per aver ceduto a una sua cliente, la cui posizione è al vaglio, opere per 11 milioni di euro attraverso operazioni societarie, secondo l’accusa, mirate a ostacolare l’identificazione e la provenienza dei beni. Su disposizione del gip Massimiliano Magliacani, è stato eseguito, ai fini cautelari, il sequestro diretto dei beni oggetto di rimpatrio. Si tratta di 77 dipinti di Hayez, Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini. Oltre al sequestro per equivalente di beni e conti correnti per 11 milioni. Sono state bloccate altre 200 opere. L’avvocato Mastropietro ha presentato ricorso al Riesame a Brescia sulle misure domiciliari e sul sequestro delle opere.