FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Mamadi Tunkara massacrato con 11 coltellate. Djiram resta in carcere: “Ero geloso, ma non volevo uccidere”

Bergamo, il killer insiste: credevo avesse una relazione con la mia ex. L’autopsia sul 36enne addetto alla sicurezza di un market: fatale il fendente al cuore

Sadate Djiram, 28 anni, resta in carcere

Sadate Djiram, 28 anni, resta in carcere

Bergamo – Ha colpito con brutalità. Si è fermato soltanto per l’intervento dei passanti. Sono undici le coltellate che ha inferto: quella letale al cuore. Altre due profonde al torace e al polmone. “Ho rovinato due vite, ma non volevo uccidere”. Sono le parole che ha pronunciato ieri mattina Sadate Djiram, ventottenne originario del Togo, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto per omicidio davanti al gip Storto. Convalida che è arrivata nel pomeriggio. Il pm Marchina contesta la premeditazione e i futili motivi.

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Mamadi Tunkara, la vittima

Dall’autopsia, effettuata ieri mattina al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è emerso altro. Le undici coltellate non hanno dato scampo a Mamadi Tunkara, 36 anni, originario del Gambia, ucciso il 3 gennaio in via Tiraboschi, in pieno centro di Bergamo, nella zona dello shopping, tra il vivai della gente e le vetrine dei negozi che si stavano preparando ai saldi invernali. Durante l’interrogatorio in carcere, assistito dall’avvocato Michaela Viscardi, Djiram ha affermato di aver agito per gelosia. “Ha aggiunto di essere molto dispiaciuto per la famiglia di Mamadi, ha detto di aver rovinato due vite - ha continuato l’avvocato - Ha spiegato di non aver premeditato l’omicidio. Il coltello (un utensile da cucina di 16 centimetri di lama, ndr) che aveva con sé? In questi giorni viveva per strada, presumibilmente lo teneva per difesa personale”.

Djiram viveva in un edificio abbandonato nella zona della stazione dallo scorso 30 dicembre, quando l’allora fidanzata, una trentenne italiana, lo aveva mandato via di casa. Nel corso dell’interrogatorio, ha detto di aver colpito quello che lui riteneva fosse il suo rivale in amore, ma di non aver premeditato l’omicidio. Sospettava infatti che Mamadi avesse una relazione con la sua ex. La donna però, a sua volta sentita dagli inquirenti, ha smentito con forza la circostanza. Eppure Sadate ha insistito raccontando di aver visto in una circostanza la donna abbracciare Tunkara. Si era dunque convinto che tra i due ci fosse una storia sentimentale. Ma geloso lo era anche prima, a quanto risulta. Così venerdì 3 gennaio ha atteso nel passaggio Cividini - che collega via Tiraboschi a via Ghislanzoni - la vittima, che stava arrivando in bicicletta al lavoro, al Carrefour, dove era impiegato addetto alla sicurezza dal 1° dicembre. Lo ha scaraventato a terra, poi lo ha sbattuto contro una vetrina e lo ha accoltellato più volte lasciandolo agonizzante a terra.

Mamadi avrebbe provato a difendersi usando la catena della sua bici, invano. Il 28enne togolese è poi fuggito verso via Moroni, è salito su un treno per Milano e da lì ne ha preso un altro per Chiasso, dove è stato controllato dalla polizia elvetica e trovato senza documenti. Li aveva lasciati nel giubbotto abbandonato insieme allo zaino durante la fuga. Djiram è stato quindi bloccato dalla polizia svizzera e riconsegnato alle autorità italiane.