GABRIELE MORONI
Cronaca

Pista calabrese nel delitto Ruggeri: "Ecco chi è stato a uccidere Jimmy"

Bergamo, il padre di un calciatore di serie A: conosco la verità

Il luogo dove è avvenuto l'omicidio di Jimmy Ruggeri (De Pascale)

Castelli Calepio (Bergamo), 3 ottobre 2016 - Tre anni dopo. Una pista calabrese nel mistero della morte di Gian Mario Ruggeri, detto Jimmy, fratello di Ivan, storico presidente dell’Atalanta. Qualche mese dopo la spietata esecuzione di Jimmy, un uomo si presenta nel ristorante della sorella dell’ucciso, Marizzia (conosciuta come Roberta), nel centro di Bergamo. È il padre di un calciatore, portiere in serie A. Dice di conoscere la verità. Fa il nome di una famiglia calabrese di Platì, trapiantata a Bergamo. Le 8.45 del 28 settembre 2013. Jimmy Ruggeri ha 44 anni. Due killer in moto gli piombano alle spalle mentre sta per entrare nella palestra che frequenta, a Castelli Calepio. Viene ucciso con quattro colpi. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Carmen Pugliese, non si sono mai arrestate.  Sul tavolo del magistrato c’è da tempo un documento consegnato agli investigatori da Marizzia Ruggeri. È un memoriale del fratello, quello che pare essere il diario di un’esecuzione annunciata. Un passo drammatico: «Devo stare bene attento. Se esco allo scoperto e incarico l’avvocato che non desiderano, non potrò più tornare indietro. Faranno di tutto per cancellarmi». L’avvocato Benedetto Maria Bonomo, un noto penalista lombardo che assiste Marizzia Ruggeri insieme con Francesco Sibilla, Francesco Catullo e Giovanni Alessi, ha consegnato al magistrato una relazione sui rapporti familiari e societari della famiglia Ruggeri e sulle attività di Gian Mario Ruggeri: la R. Polimeri Spa, l’azienda di famiglia (plastica) costituita da Ivan Ruggeri nel 1999 a Telgate, dove il morto è amministratore delegato, e la Ruggeri spa, nella quale è socio di minoranza.  È  del marzo 2009 l’epilogo della operazione “Master mountain”, condotta dalla procura e dalla Guardia di Finanza di Milano. Sono coinvolti quattordici imprenditori, fra cui Jimmy Ruggeri. L’accusa è quella di una frode fiscale da oltre 300 milioni di euro. Jimmy finisce in carcere per una quarantina di giorni. Patteggia una condanna a dieci mesi e 20 giorni e va in affidamento ai servizi sociali. Il 6 aprile del 2008 scompare Ivan Ruggeri. È della estate dello stesso anno un’inchiesta della procura di Vicenza per un’evasione fiscale da alcuni milioni di euro. Ruggeri si ritrova ai domiciliari. Quando viene ucciso è in attesa dell’udienza preliminare, l’11 ottobre del 2013. Nel suo ultimo anno di vita Jimmy parla alla sorella della nuova vicenda e le consegna il memoriale. Nel maggio del 2014 la Polimeri viene acquisita da un’altra società.