Omicidio di Viviana, si delinea il contesto

La vittima: Viviana Caglioni aveva 34 anni

La vittima: Viviana Caglioni aveva 34 anni

E’ il 14 aprile del 2020, piena emergenza covid. In questura viene convocato lo zio di Viviana Caglioni, 34 anni, morta al Papa Giovanni XXIII il 7 aprile, dove era stata ricoverata d’urgenza. Dopo il decesso diventa vittima di omicidio. A processo il suo compagno, Cristian Michele Locatelli, 42 anni, assistito dall’avvocato Luca Del Bue, accusato di aver ucciso a botte la sua ragazza. Movente la gelosia nei confronti di un ex di Viviana. Torniamo al 14 aprile. Nella sala d’aspetto di via Noli, lo zio della ragazza, Gian Pietro Roncoli, aspetta di essere sentito dai dirigenti della Squadra mobile. E’ la seconda volta. Oltre a lui ci sono la mamma di Viviana, Silvana Roncoli, e Locatelli. Non sanno di essere intercettati. A un certo punto lo zio sbotta: "Bastardi schifosi, basta. Cosa hai fatto. Raccontate la verità". Per il dirigente della Mobile Tognoli, ieri sentito come teste dal pm Paolo Mandurino, quelle imprecazioni sono rivolte alla sorella di Roncoli e all’imputato.

Per l’accusa un tassello importante nella ricostruzione di quanto accaduto nella notte tra il 30 e il 31 marzo scorso nell’abitazione di via Maironi da Ponte, a Valverde, che tutti e quattro condividevano. Una lite violenta tra la coppia, una delle tante. Per gli inquirenti lo zio di Viviana avrebbe visto qualcosa. Morte per caduta accidentale? E’ quello che vogliono far credere la mamma di Viviana e Locatelli, quando decidono di chiamare i soccorsi. Al 118.Silvana Roncoli racconta della figlia caduta a terra, che ha sbattuto la testa contro un armadietto. Quando viene soccorsa, però, ha sangue raggrumato sulla bocca, ma non a terra. Viviana respira a fatica. Al pronto soccorso, la dottoressa di turno, pure sentita come teste, nota il trauma alla testa "e poi la temperatura corporea di 34 gradi, un principio di ipotermia". Che potrebbe significare che la vittima è rimasta in quella posizione per un po’ di tempo.

Locatelli è conosciuto alle forze dell’ordine, ha una serie di precedenti. Il 9 aprile del 2020 viene convocato il questura ma ancora non è indagato. Ma lo stesso giorno fa una telefonata al 112: "Venite c’è stato un omicidio", dice. Secondo gli inquirenti è il tentativo di evitare di farsi sentire. L’indagine, grazie anche alle intercettazioni, si indirizza sul 42enne che viene arrestato. In carcere, in una intercettazione, dice: "Appeno esco da qui quello lo ammazzo". Quello è lo zio di Viviana. Il difensore di Locatelli ha cercato di smontare le circostanze in cui si sono verificati i fatti. F.D.