Secondo l’accusa, l’anziana Rosanna Aber non si è suicidata e non è rimasta vittima di un incidente, ma è stata spinta giù dalla finestra dal quarto piano della palazzina dove abitava, nel quartiere Colognola di Bergamo. A buttarla di sotto, sostiene la Procura, sarebbe stata la sua badante di 28 anni, di origine ucraina, Krystyna Mykhalchuk: l’avrebbe fatto per nascondere diversi furti di denaro che per mesi avrebbe messo in atto ai danni della pensionata di 77 anni.
La giovane è imputata per omicidio volontario aggravato e furto aggravato e oggi 26 novembre il pubblico ministero Guido Schininà ha chiesto per lei una condanna a 23 anni di carcere, di cui 22 per l’omicidio e un anno per i tre prelievi con il bancomat della vittima che sarebbero stati effettuati dalla colf (usati poi, ha ammesso, per comprare Gratta e Vinci). In questi mesi, spiega Schininà, l’imputata avrebbe fornito diverse versioni dell’accaduto e “il problema delle menzogne – ha detto il magistrato – è che poi bisogna ricordarsele”.
L’omicidio di Rosanna Aber
La tragica morte di Rosanna Aber risale al 22 aprile 2022 e, in un primo momento, si era pensato a un gesto volontario. Ma indagini più approfondite non avevano evidenziato alcun segno compatibile col suicidio, mentre c’erano diversi indizi incompatibili con l’ipotesi di un incidente.
Quindi gli inquirenti hanno continuato a investigare e dopo alcune settimane, avevano delineato un diverso quadro. Era emerso che Krystyna aveva sviluppato una grave dipendenza dal gioco d’azzardo e che la pensionata aveva scoperto tre prelievi sul suo conto corrente per circa 2.000 euro. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’anziana avrebbe accusato la badante del furto e così la giovane l’avrebbe spinta già dalla finestra.
Il giorno della morte di Rosanna Aber alcuni ragazzi stavano chiacchierando su una panchina in via Einstein, proprio davanti alla palazzina e hanno riferito di un acceso diverbio pochi istanti prima della caduta. Avevano chiamato i soccorsi, ma non c’era stato nulla da fare. I figli di Rosanna, Elisabetta e Gianandrea Besana, si sono costituiti parte civile e hanno chiesto un risarcimento provvisionale di 416.530 ciascuno.
Fuori dal carcere perché incinta
Lo scorso gennaio, nel frattempo, Mykhalchuk è uscita dal carcere perché incinta. L’ordine di scarcerazione è stato emesso dalla giudice dell’udienza preliminare Alessia Solombrino ed è già stato eseguito. La donna ha lasciato la casa circondariale di via Gleno a Bergamo ed è tornata alla sua abitazione a Scanzorosciate, dove vive con il marito e la figlia di 5 anni. È agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.