Obbligo di firma: poco per il truffatore. Messo ai domiciliari

Un giovane truffatore si è finto un carabiniere per estorcere denaro e gioielli a una anziana di 88 anni a Como. Dopo aver ottenuto solo l'obbligo di firma, ora è ai domiciliari per decisione del Tribunale del Riesame di Milano.

Quando aveva contattato al telefono la pensionata, una donna comasca di 88 anni, si era spacciato per un carabiniere, e le aveva detto che il nipote aveva investito un pedone. Una menzogna grazie alla quale Giuseppe Arino, 20 anni di Napoli, a settembre scorso si era fatto consegnare dall’anziana 2500 euro e diversi monili d’oro, convincendola che servivano a pagare la cauzione del ragazzo evitandolgli di andare in carcere. Il truffatore era stato identificato dalla Squadra Mobile di Como, che aveva condotto le indagini coordinate dal sostituto procuratore Antonia Pavan, e per lui aveva chiesto la custodia cautelare in carcere. Ma il Gip di Como Cristiana Caruso, gli aveva applicato il solo obbligo di firma, che a dicembre aveva raggiunto in ventenne, già sottoposto ad arresti domiciliari per un altro reato. Ora il Tribunale del Riesame di Milano, ha accolto il ricorso della Procura, applicando ad Arino la misura dei domiciliari.

Quel giorno all’anziana donna erano stati chiesti 9000 euro, anche grazie a un complice che aveva a sua volta telefonato alla vittima, dicendo di essere l’avvocato del nipote. Denaro che non aveva: aveva quindi consegnato 2500 euro, prelevati poco prima, e diversi gioielli: due anelli, tre paia di orecchini, due catenine e altri pezzi in oro. La Procura aveva chiesto l’applicazione della misura più grave in considerazione di una serie di valutazioni: innanzi tutto le modalità del raggiro, erano tali da far ritenere che l’indagato possa far parte di un’organizzazione strutturata, oltre alle sue numerose pendenze per fatti analoghi. Considerazioni condivise dai giudici, che hanno applicato i domiciliari. Paola Pioppi