FEDERICO MAGNI
Cronaca

Marito e moglie sul tetto del mondo: scalate tutte le vette di 8mila metri

Il record della coppia italiana: conquistate 14 cime in 20 anno

Romano Benet e Nives Meroi (Ansa)

Bonate Sotto (Bergamo), 12 maggio 2017 - Con l’abbraccio e le lacrime in vetta all’Annapurna (8.091 metri), ieri mattina alle 10.30 in Nepal, Nives Meroi e Romano Benet sono entrati nella storia dell’alpinismo: sono la prima coppia al mondo ad aver scalato tutte le quattordici montagne più alte della terra senza l’aiuto dell’ossigeno. Originaria di Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, Nives Meroi 55 anni, vive in Friuli da vent’anni con il marito Romano Benet, di un anno più giovane. Sposati dal 1989, hanno scelto di vivere a Fusine, un piccolo villaggio nel cuore delle Alpi Giulie.  

«Dobbiamo aspettare che arrivino sani e salvi al campo base perché l’Annapurna è una montagna molto pericolosa - commenta Reinhold Messner, emozionato mentre segue passo a passo le fasi della scalata -. Poi si potrà festeggiare. Sono molto felice per loro. Prima di tutto perché sono una grande coppia e poi per Nives, che diventa una delle donne più importanti nella storia dell’alpinismo ad alte quote. È sempre rimasta con il marito, anche quando era ammalato. Delle donne che erano in corsa per gli ottomila lei era la più completa, ed è sempre stata la più ‘pulita’, non ha mai seguito la pista». La loro storia alpinistica è incredibile, un’unione che si è saldata sulle montagne più alte del mondo che, che una dopo l’altra hanno salito sempre insieme. Un lungo viaggio vissuto all’insegna dello spirito più puro dell’alpinismo d’avventura: senza ossigeno, senza portatori d’alta quota. Tutto quello di cui hanno bisogno è dentro i loro zaini. Un’avventura himalaiana iniziata non a caso su una delle montagne più temibili: il K2, dal versante nord. Era il 1994. Allora si fermarono a duecento metri dalla vetta ma la scintilla ormai era scattata e il cerchio si è concluso ieri sulla vetta dell’Annapurna. La prima fu il nanga Parbat e dopo essere stata la prima italiana a scalare il K2, dopo l’Everest e altri colossi dell’Himalaya, nel 2009 Nives Meroi era in corsa (un’idea che ha sempre rifiutato) per essere la prima donna a salire tutti gli ottomila senza ossigeno. L’amore per il compagno vinse sulla competizione, che non aveva mai sentito sua, quando sul Kangchenjunga, la terza montagna della terra, Benet si sentì male. Lui voleva che Nives continuasse. La vetta era lì a portata di mano. Ma lei decise di fermarsi e tornare con lui al campo base, una scelta che probabilmente salvò il marito. Fu l’inizio di un’altra avventura, quella per la vita, perché Benet scoprì di essere affetto da un’aplasia midollare severa. Seguirono due trapianti di midollo osseo che lo tennero lontano dall’attività per due anni. E Nives con lui. Ma il richiamo per le alte quote era sempre presente. Nel 2012 Benet tentò nuovamente la montagna sulla quale il sogno si era spezzato. Riuscirono a scalarla solo due anni più tardi. Poi il Makalu nel 2016 e ieri, in compagnia degli spagnoli Alberto Zerain e il suo compagno di cordata Jonatan García, il coronamento di una grande carriera alpinistica.