Bombolette incendiarie contro Moussa Sangare in carcere: il killer di Sharon Verzeni sarà trasferito

L’accoglienza ostile riservata dagli altri detenuti all’ex aspirante trapper è stata la molla che ha portato a decidere per uno spostamento da Bergamo

Bergamo, 2 settembre 2024 – I detenuti del carcere di Bergamo hanno organizzato un’accoglienza decisamente ostile a Moussa Sangare, il trentunenne reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni. Una circostanza che ha convinto il magistrato di sorveglianza a decidere il trasferimento del detenuto, per salvaguardare la sua incolumità.

La decisione ha ricevuto anche il via libera della gip Raffaella Mascarino.

Il sopralluogo dei Ris nella casa occupata abusivamente da Sangare a Siusio
Il sopralluogo dei Ris nella casa occupata abusivamente da Sangare a Siusio

Gli attacchi

L’ex aspirante trapper, a quanto si è potuto sapere, è stato bersaglio di un lancio di bombolette incendiarie da parte degli altri detenuti, ospiti del penitenziario di via Gleno. Non solo. Gli sarebbero state anche rivolte minacce.

Al suo arrivo, inoltre, nei reparti della struttura si sarebbe manifestato un certo nervosismo, considerato un possibile preludio a comportamenti che potessero provocare pericoli all’assassino della barista di Terno d'Isola.

E la situazione sarebbe potuta peggiorare se “radio carcere” avesse riportato le dichiarazioni fatte da Sangare negli interrogatori con gli inquirenti e con il giudice per le indagini preliminari, a partire dal coltello sotterrato con l’idea di recuperarlo in seguito per tenerlo “come souvenir” oppure il riferimento, quasi fatalista, all’assassino come un fatto “capitato”, per cui non valeva la pena “buttarsi giù”. 

Al momento ancora non si sa dove verrà spostato il 31enne, indagato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Oggi la sua abitazione di Siusio, che aveva occupato abusivamente, è stata oggetto di un sopralluogo dei carabinieri del Ris di Parma, a caccia di nuove prove che consolidino ulteriormente un impianto accusatorio per altro già solidissimo, a partire dalla confessione, ma anche di evidenze che chiariscano i punti ancora oscuri di un’esplosione di violenza all’apparenza diretta contro una persona a caso.