Bergamo, il ventenne morto nel dirupo: "Bara stava scappando"

Ricostruiti da un teste al processo gli ultimi istanti di vita del senegalese. Il padre in aula rievoca la sera maledetta e poi in lacrime: "Vogliamo la verità"

Mamadou Liam Thiam, Bara, 20 anni

Mamadou Liam Thiam, Bara, 20 anni

Bergamo - Gli ultimi istanti prima di precipitare nel dirupo. Mamadou Liam Thiam, Bara per chi lo aveva conosciuto, 20 anni appena, stava scappando. Un uomo e una donna, come emerso ieri durante l’udienza, cercavano di raggiungerlo. «Fermatelo», avrebbero gridato. Quella sera, 22 luglio 2017, alla festa del paese di Ubiale Clanezzo c’era anche S.M. ventenne, uno dei testi citati dall’accusa. Ha raccontato di aver visto Bara mentre fuggiva e poi che saltava il muretto. E per rendere l’idea alla Corte ha fatto l’esempio dell’ostacolista che salta l’ostacolo. Come l’atleta, anche Bara avrebbe saltato il muretto senza pensarci. Poi il volo nel dirupo sottostante, precipitando nella boscaglia per diversi metri. Li dove è stato ritrovato il giorno dopo privo di vita.

Processo che deve fare luce sulla morte del 20enne senegalese, che si celebra davanti alla Corte d’Assise (presidente Giovanni Petillo). Tre gli imputati: Claudio Brioschi, 56 anni, di Ubiale Clanezzo, deve rispondere di omicidio preterintenzionale, omissione di soccorso, e aver ostacolato le ricerche, Raoul Magitteri, 27 anni, di Sorisole, omissione di soccorso e omicidio preterintenzionale, mentre per la sola omissione di soccorso, Ingrid Bassanelli, 27 anni, di Sedrina. In aula la mamma di Bara, chiusa in un mutismo di rassegnazione, mentre il padre, Sidy Thiam ha dovuto ripercorrere quella maledetta sera, ricordare il figlio. Ad un certo punto è scoppiato a piangere.« Mi aveva detto che andava in giro, senza dirmi dove. Non era tornato a casa a dormire, talvolta si fermava da amici. Solo il giorno dopo abbiamo ricevuto una telefonata: deve essere successo qualcosa a Bara. Io e mia moglie siamo andati al parcheggio vicino alla festa: c’erano carabinieri, vigili del fuoco che cercavano. Dopo due ore è stato trovato Bara. Ora vogliamo la verità».

Ma cosa era successo alla festa prima del tragico epilogo? Lo ha raccontato L.G. che faceva parte dello staff della festa. «Ero addetto alla pulizie dei tavoli. Finito il lavoro ho raggiunto i miei amici. A un certo punto ho visto Bara che si è avvicinato e mi ha aggredito con un pugno al volto. Poi una testata al sopracciglio. Io sono entrato nello stand della cucina per essere medicato in attesa dei miei genitori che poi mi hanno portato al Pronto soccorso». «Per quale motivo l’ha colpita?» chiede il pm. Risposta: «Non so, forse ha frainteso qualche frase. Mi ricordo che Bara aveva chiesto delle sigarette ai miei amici, che non ne avevano e poi il ragazzo che era con lui gli ha detto di lasciar perdere». Incalza il pubblico ministero: «Lei conosce Brioschi?». «Si, è amico di famiglia» e quella sera era anche lui nello staff della festa di paese. Chiaro dove volesse parare l’accusa: uno degli inseguitori di Bara doveva essere Brioschi. Poi la fuga, Bara che si infila dentro una macchina ferma, poi scappa, si dirige verso il muretto e salta nel buio.