
L’équipe di specialisti che ha effettuato l’intervento
Bergamo, 30 agosto 2019 - Vivere evitando le emozioni troppo intense: questo sembrava essere il destino di Marco, nome di fantasia di un ragazzo ora 14enne che sin da quando aveva 7 anni soffriva di episodi improvvisi di “asistolia”, lo stop improvviso del battito cardiaco con perdita di conoscenza. Bastava un po’ di agitazione, una gioia o un timore più forti del solito, e il cuore di Marco smetteva di battere senza preavviso, provocando l’improvvisa perdita di coscienza e spesso brusche cadute a terra. Una condizione pericolosa sia per i possibili traumi, sia perché il cuore potrebbe non ripartire in modo corretto, ma con quella particolare aritmia ventricolare maligna che porta alla morte.
Ma ora questo incubo è finito e Marco può finalmente avere una vita normale, grazie all’intervento portato a termine dall’equipe di elettrofisiologia ed elettrostimolazione cardiaca dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha impiantato nel cuore del 14enne il pacemaker più piccolo del mondo, invisibile e senza fili, che pesa 2 grammi e misura meno di un decimo rispetto ai pacemaker tradizionali. Una vera e propria cardiocapsula, simile ad una moneta da un euro, la cui batteria garantisce per circa 10 anni l’emissione di impulsi elettrici in grado di regolarizzare il battito cardiaco.
L’asistolia è una malattia capace di non manifestarsi anche per anni e poi, all’improvviso, ricomparire. I medici del Papa Giovanni XXIII, che seguono il ragazzo dal 2013, per tenerlo sotto controllo hanno così fatto ricorso ad un “loop recorder”, una sorta di minuscolo “registratore automatico”, posizionato sotto la cute, vicino al cuore, in grado di registrare l’elettrocardiogramma giorno e notte, distinguendo e memorizzando sia le pause del battito che le aritmie pericolose. Ma nel 2016 e nel 2018 Marco ha due nuovi malori. Il segnale è chiaro: non si può più aspettare. Lui non vuole però un pacemaker tradizionale, che gli impedirebbe di fare tutto quello che fanno i suoi amici. Il dottor Paolo De Filippo, responsabile dell’unità di elettrofisiologia ed elettrostimolazione e l’aritmologa Paola Ferrari, decidono allora di intervenire con il sistema di elettrostimolazione cardiaca miniaturizzata e, risalendo dall’inguine, gli posizionano nel ventricolo destro il minipacemaker senza fili. Marco è il paziente più giovane a cui sia stato impiantato questo dispositivo in Italia e al mondo risulta solo un altro caso come il suo.